Da quando la Lega Nord ha fissato l’obiettivo di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia, e nella futura macro regione del Nord, si è scatenata la controffensiva dei tromboni di professione.
La difesa dei detrattori si è schierata a geometria variabile, terrorizzati, hanno suonato la chiamata alle armi generali. Buon segno, siamo sulla strada giusta.
Ma quali sono le posizioni in campo? Eccole.
GLI SCETTICI
Sono i meno fantasiosi del gruppo, quelli che non si sprecano nemmeno di abbozzare una posizione argomentata. Spocchiosi, arroganti, si limitano a liquidare con un semplicistico “non si può fare”, la proposta leghista.
Risposta: Perché la Lombardia non può chiedere di trattenere per se il 75% delle tasse versate, quando altre Regioni già lo fanno? E il nostro punto di riferimento non è tanto la Regione Sicilia, che trattiene nelle proprie casse, anche se sarebbe meglio chiamarli forzieri, addirittura il 100%, con risultati però poco invidiabili.Noi guardiamo al Trentino, per esempio, capace, in un periodo di crisi economica, di aiutare le proprie imprese, stimolando addirittura un fenomeno di immigrazione imprenditoriale.Sempre più numerosi sono le imprese del Nord che spostano le attività in Carinzia, in Polonia, in Romania o in Svizzera; si chiama competizione territoriale, e a queste condizioni noi non rappresentiamo più un’opportunità.
I GARIBALDINI
Tra i Garibaldini si annovera anche il candidato del centro sinistra alla guida della Lombardia, Umberto Ambrosoli, che ha sentenziato, con toni allarmistici, che questa proposta di tenerci una parte dei nostri soldi, significherebbe una sola cosa: la secessione del nord!
Insomma, colui che si candida a rappresentare i lombardi, Dio ce ne scampi, considera ineludibile lo stato di sfruttamento dei suoi concittadini. I lombardi, sarebbero costretti, anzi condannati, a pagare i conti di uno stato inefficiente, sprecone, assistenzialista, pena lo sfascio.
Risposta: il tessuto produttivo del nord si sta depauperando con una velocità spaventosa, le imprese chiudono, se non si interviene subito, il gettito non sarà più garantito, non tanto per una forma di egoismo, semplicemente perché esaurito alla fonte. Muoia Sansone con tutti i Filistei? No grazie.
Il 25%, che proponiamo di devolvere allo Stato centrale, rappresenta una quota sufficiente a garantire un corretto sistema di solidarietà nazionale, il resto è spreco.
GLI UFO
Questa è la categoria più stimolante, di cui Mario Sechi, dopo una stupefacente performance alla trasmissione della Gruber, Otto e Mezzo, ne è diventato il capitano e leader indiscusso.
Cerco di farla semplice e breve, perché si entra in un terreno che sta al confine tra l’assurdo, il metafisico e il trattamento sanitario obbligatorio.
La tesi degli UFO è questa: la ricchezza del Nord è prodotta, in gran parte, sul mercato italiano (che comprende anche i consumatori del Centro Sud), quindi, sarebbe scorretto che il Nord drenasse per se tasse che sono frutto di utili generati grazie anche ai consumatori del Sud. Addirittura, si dice, il Nord a conti fatti (quali conti è difficile capire!) rischierebbe di perderci.
Fate un paio di respiri profondi. Mantenete la calma.
Risposta: in premessa va chiarito che la proposta non prevede né dazi, né tantomeno tentativi di autarchia economica da parte del Nord. Ammesso, e non concesso, che risponda ad una qualche logica fiscale, tentare di ripartire il dato del gettito a seconda della residenza del consumatore, è tutto da dimostrare che il mercato più importante e con più capacità di spesa sia il Centro Sud; ad occhio e croce, anche qui il Centro Nord rappresenta il mercato più forte, e questa teoria, applicata anche alle aziende del Centro Sud, probabilmente tenderebbe ad annullarsi.
Nota: naturalmente nessuno ha mai paventato questo ragionamento nei confronti delle attuali Regioni a statuto speciale.
Ma c’è di più. Se avesse senso un ragionamento di questo tipo, dovremmo rivendicarlo anche nei confronti delle altre nazioni europee, e su parte degli utili prodotti dalle loro aziende, naturalmente quelle che non hanno una stabile organizzazione in Italia. Facciamo qualche esempio. L’Italia rappresenta il sesto mercato per la Germania e il secondo per la Francia, quindi anche loro dovrebbero contribuire a pagare stipendi di forestali, lavoratori socialmente utili o pensioni a falsi invalidi? Pensate a quanti formaggi o vini Francesi siamo costretti a comprare nelle loro grandi catene di supermercati.
Potremmo invitare Mario Sechi, nella nuova veste di politico, a chiederne conto alla Merkel e Hollande. Dovesse mai accadere, prenoto un posto in prima fila, pop corn alla mano, mi godo lo spettacolo.