La Provincia di Monza muore perché in troppi hanno fatto solo finta di amarla

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A ben pensarci, il destino che sta vivendo oggi la Provincia di Monza e Brianza, la nostra Provincia, è un po’ figlio della votazione che portò alla sua nascita.

In quel 12 maggio del 2004 furono evidenti le ambiguità e le convenienze politiche di alcuni, (leggetevi i resoconti stenografici) rispetto alle convinzioni e alla passione di altri.

Il centro sinistra osteggiò fino all’ultimo la nascita della nostra Provincia, il Senatore Vitali (DS) ci provò fino all’ultimo, con estenuanti richieste di verifica del numero legale, a far saltare la votazione per l’istituzione della nostra Provincia.

Certo, una volta ottenuta la vittoria, la Senatrice Baio Dossi corse in tipografia a far stampare i manifesti con cui teneva a far sapere a tutti che proprio grazie a lei, (!!!) la Provincia di Monza e Brianza aveva finalmente visto la luce.  Piccole persone.

 

Perché allora stupirci oggi? Perché fingere sorpresa nel constatare che ben pochi politici abbiano mosso più di un semplice dito per salvare la nostra autonomia da quella Milano, a cui ora rischiamo di ri-portare le nostre ricchezze in dote?

Oggi sfoglio l’Esagono e trovo l’intervista a 24 Sindaci della nostra Provincia; ne ho contati solo 9 di questi, che hanno dichiarato senza se e senza ma che tornare con Milano sarebbe una sciagura.

Gli altri sono pronti a tornare con il cappello in mano dal vecchio capoluogo; sono per lo più i sindaci di centro sinistra, con qualche apprezzabile eccezione, (Corti di Desio per esempio), ad accogliere con malcelata soddisfazione il ritorno a Milano; per un semplice calcolo elettoralistico forse, poiché nel bacino milanese i loro voti di sinistra saranno più preziosi, conteranno di più, rispetto alla Brianza dove la vittoria era certo più difficile. Questione di potere, cadreghe, carriere politiche.

Nemmeno Gigi Ponti, che per cinque anni ha coperto il ruolo di Assessore alla costituenda Provincia di Monza, che è stato candidato (sconfitto) per guidarla, dimostra un po’ di amore e coraggio lanciando qualche battaglia disperata. Nessun stupore, d’altra parte come si comportò con la vicenda ASAM bastò per farci sapere quanto amasse e tenesse alla Brianza.

 

Mi spiace per chi si candida a diventare la futura periferia di Milano, le nuove Sesto, Cinisello e Cormano, una volta paesotti di campagna, oggi grigie periferie.

Io credo sia il caso di far uscire allo scoperto chi questa Provincia intende ancora difenderla, chi crede sia il male peggiore consegnare la Brianza alla citta Metropolitana; per pochi che saremo rimasti, a crederci e ad amare l’autonomia Brianzola, prepariamoci per l’ultima disperata battaglia.