Quando il PD tuonava contro i doppi incarichi (della Lega), ed ora ci costruisce sopra un Senato

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È vero che solo gli stupidi non cambiano mai idea, com’è altrettanto vero che sarebbe da ingenui pretendere sempre e comunque il massimo della coerenza in politica, però almeno un minimo, giusto per non sfiorare il ridicolo, o peggio lo scandaloso, ce lo si aspetterebbe.
Capita invece che per anni, soprattutto in casa Partito Democratico, si è portata avanti una battaglia, senza se e senza ma, contro la logica del doppio incarico; una poltrona un culo! Se fai il sindaco fai il sindaco e basta, se fai il parlamentare non puoi fare anche il presidente di provincia, se fai il consigliere regionale non puoi fare anche il senatore. E sull’onda di questa lotta al doppio incarico, di per sé sacrosanta, salvo in alcuni casi rasentare la stupidità, perché ci sono stati fiori di sindaci e contemporaneamente parlamentari, che in piccole realtà hanno fatto la fortuna delle stesse, e non viceversa un danno. Anche perché la questione soldi o costi non esiste, visto che il cumulo delle indennità era comunque vietato.
È divertente, ed istruttivo, ricordare come tuonava l’onorevole Davide Zoggia giusto un paio di anni fa, a commento di una decisione della commissione di accettare la compatibilità di incarico tra presidente di provincia e parlamentare:

«La decisone della maggioranza della Giunta per le elezioni della Camera,
che ha decretato la compatibilità della carica di deputato con quella di presidente di Provincia, è un segnale gravissimo e  conferma la distanza siderale tra l’opinione pubblica e una certa
politica, e parlo del vecchio centrodestra – Lega e Pdl – , che si  attribuisce privilegi indifendibili».

«Noi del Partito democratico abbiamo votato contro e siamo stufi di essere considerati alla stregua
di partiti che non dimostrano di avere il senso di responsabilità e di non voler contrastare la logica dei doppi incarichi. Soprattutto in un momento così difficile in cui si chiedono pesanti sacrifici ai  cittadini, non è sopportabile che un rappresentante delle istituzioni possa cumulare cariche. Il Pd continuerà a lottare a testa alta per respingere questi scandalosi provvedimenti».

Fonte: Partito Democratico

Zoggia sottolineava la “distanza siderale” che, a detta sua, Lega e Pdl avevano con l’opinione pubblica, che immagino pensasse allora di incarnare a pieno titolo, e che fosse scandalizzata nel permettere i doppi incarichi.
Capisco che oggi Zoggia ha ben altri problemi e grattacapi da risolvere, sarebbe però curioso sapere come vivono i suoi colleghi la proposta di riforma del Senato, quella fortemente voluta dal segretario del PD, e che di fatto sul doppio incarico ci costruisce tutto il Senato; altro che distanza siderale, altro che permettere la compatibilità di due incarichi, si è deciso al contrario che per essere Senatori devi per forza essere qualcosa d’altro, o Sindaco o Consigliere Regionale. Come dire, si scandalizzavano per la possibilità di avere un doppio incarico, ed ora, una volta approdati loro al comando della baracca italia, impongono il doppio incarico come condizione necessaria per entrare in Senato. Se non hai un doppio incarico non vali nulla dunque e non vai da nessuna parte. Un bel cambio di rotta.
Cosa aspettarsi d’altra parte da uno come Renzi? Lui che sul doppio incarico ci ha costruito tutto il suo successo, visto che è diventato Premier dopo aver conquistato il comando della segreteria PD?

È divertente vedere quelli che tuonavano contro i senatori che facevano pure i Sindaci di qualche piccolo comune, o addirittura criticavano un parlamentare che continuava a fare il consigliere comunale del suo piccolo comune (roba da 10 sedute serali l’anno), compilando e divulgando liste di proscrizione come questa di Stefano Catone, che fu oggetto di una mia aspra e (lo ammetto) un po’ indelicata polemica con Pippo Civati che si limitò a rilanciarla attraverso Twitter.

Insomma, la presunta colpa della Lega, secondo la vulgata PD annata 2012, era quella di avere alcuni parlamentari che svolgevano contemporaneamente la carica di consigliere comunale o di sindaco in piccoli comuni, mentre la vulgata PD annata 2014, è quella che per poter fare il Senatore devi essere per forza Consigliere Regionale. Idee un po’ confuse o sintomo di un disinteresse totale verso il merito delle questioni, dimostrando che l’importante è sempre e solo polemizzare contro l’avversario di turno?

Ritrovate anche voi una leggera incoerenza? Senza poi ricordare che oggi si chiede il Senato delle Regioni e il superamento del bicameralismo, e si fa passare l’idea che loro stiano compiendo “passi storici e mai compiuti in 50 anni”, dimenticandosi che tutto questo di cui oggi si dibatte era già legge, approvata con riforma costituzionale nel 2006, (quello si un evento storico ed epocale), solo che si chiamava Devolution, solo che l’aveva approvata la Lega e allora, ma guarda un po’, fu proprio il PD a prodigarsi in una campagna referendaria per abolirla. Coerenza, appunto.