Provincia nuova, vizi vecchi. Il Presidente non giura sulla Brianza, ma spuntano i rimborsi chilometrici

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Si è appena conclusa la prima seduta del nuovo Consiglio Provinciale di Monza e della Brianza, nonostante la scarsità di argomenti all’ordine del giorno, qualche spunto interessante non manca.

PONTI SI RIFIUTA DI GIURARE PER LA BRIANZA

Fin da subito si percepisce che l’atmosfera è di quelle scialbe, molto dimessa, in cui a tratti si ha l’impressione che lo stesso Presidente di voglia ne abbia poca. Si parte con il giuramento di rito, un adempimento certo formale, che andrebbe però vissuto con il minimo sindacale di partecipazione. Cioè, per dire, almeno facciamo finta di crederci nelle cose che facciamo, dopotutto è un giuramento. Ma ormai lo stile renziano ha travolto ogni rigurgito di solennità; si può dire tutto e il contrario di tutto e anche un giuramento non vale più nulla.
Chiedo subito la parola, e propongo che che il Presidente integri le scarne righe della formula di giuramento proposta in delibera, inserendo un preciso riferimento al giuramento di difendere e rappresentare la Brianza e tutta la nostra comunità. Proposta respinta. Motivazione? Eccola: secondo Ponti giurando sulla sola costituzione italiana si da per scontato che si giura anche a difesa degli enti locali, e quindi della Brianza. Verrebbe da rispondergli che proprio la nuova riforma della costituzione, approvata in prima lettura, ha tolto le Province dal testo. Brianza snobbata anche nei formalismi, male.
A questo punto Ponti si mette a mezza altezza, ne seduto ne ritto in piedi, non indossa la fascia, perché evidentemente non essendo tricolore non piace e a mezza voce proferisce le seguenti parole:

«Giuro di osservare lealmente la Costituzione Italiana».

Tutto finito. Della serie: rabbrividiamo!

PER PONTI QUESTA È UNA FASE COSTITUENTE, PER ME SOLO UNA FASE IMBARAZZANTE

Ponti espone poi un lungo intervento, in cui dice tante cose, spaziando dalla nuova Provincia che adesso è finalmente dei Sindaci (ricordo che prima era dei cittadini, per dire), alla fibra ottica e alle opere per Expo. Non avremo i soldi per far muovere i bus, figurarsi per posare la fibra ottica. Un minestrone monocorde, dove il denominatore comune appare essere sempre lo stesso: volemose tutti bene. È tutto un raccontare e spiegare che la nuova Provincia è diversa, che le contrapposizioni non servono, che tutti insieme dobbiamo lavorare, che è una fase costituente. Il timore è che qualcuno voglia fare opposizione, evidentemente. Prendo la parola, e faccio notare che per noi questa più che una fase costituente, ci appare una fase imbarazzante: ci ritroviamo imbarcati in una situazione incerta e nebulosa, in cui non sappiamo bene cosa dobbiamo fare e con quali risorse dobbiamo farlo. Una situazione preoccupante, figlia della politica pressapochista del nuovo corso piddino.
Ho sottolineato come la vicenda delle province, e di questa bislacca riforma, sia paradigmatica del nuovo modo di intendere la politica, tutto renziano. L’obiettivo è solo uno: l’annuncio. Hanno annunciato di aver abolito le province, lo vanno ancora scrivendo sui siti governativi, come questo, (anche se non le hanno abolite), a Renzi è bastato twittare di aver mandato a casa migliaia di politici. Risultato raggiunto. La riforma, il testo, le funzioni, gli organi? Non importa, per quello arrangiatevi. Senza risorse naturalmente. Davanti a tutto questo non si può tacere, e continueremo a denunciare lo scandalo di questa riforma Delrio, che danneggerà prima di tutto i cittadini, mica la politica.
Ho anche ricordato come un anno fa, proprio Delrio, raccontava che grazie alla sua riforma si sarebbero creati 11.300 nuovi posti negli asili nido e che avrebbero fronteggiato meglio il grave problema del dissesto idrogeologico. (Leggete qui se non credete).
Sui nuovi posti negli asili nido, non vi è traccia nella legge di stabilità, sui risultati alla lotta nel dissesto idrogeologico chiedete naturalmente ai cittadini di Genova. Sono abbastanza sul pezzo.

PER LA LEGA NIENTE DELEGHE. PER GLI ALTRI? MA ANCHE Sì

Altro punto che andava subito chiarito, e lo abbiamo fatto. La Lega sta all’opposizione, in maniera trasparente, corretta, leale ma intransigente. Non ci interessano i minestroni, il consociativismo, le larghe intese. Tutte robe buone per ferri vecchi democristiani. Voi avete la vostra politica (esiste?), avete i numeri, avete il potere. Governate. Noi controlleremo e vigileremo.
Ho anche avvisato, questa volta i nostri ex compagni di viaggio (PDL, NCD e dintorni), che la questione sarà per noi dirimente: chi accetta deleghe dalla maggioranza abbandona di fatto l’opposizione e diventa organico alla maggioranza. Non c’è possibilità di tenere i piedi in due staffe, prendendosi una delega e facendo finta di essere opposizione. Chiarezza fin dal principio. Borgonovo, Sindaco di Concorezzo, ha subito auspicato che il Presidente gli dia qualche delega, che sarebbe onorato di ricevere. A questo punto la maggioranza potrebbe subito allargarsi: stereo a vedere.

PER LA LEGA NIENTE RIMBORSI CHILOMETRICI, RIFIUTIAMO OGNI PREBENDA

Capita poi che nel plico di documenti e scartoffie che mi ritrovo a compilare per la prima seduta, salta fuori un modulo in cui dovrei dichiarare la distanza chilometrica dalla sede provinciale a casa mia. Dovrei anche indicare quale categoria di veicolo intenderei utilizzare: autovettura, motociclo, ecc… E a quel punto ti rendi conto che i maliziosi retroscena che qualcuno aveva scritto sul tema qualche giorno fa (leggete qui), non erano poi così tanto maliziosi. Siamo alla solita farsa italiana: ciò che esce dalla porta, rientra dalla finestra. Immagino che qualcuno stia brigando per trovare una soluzione, arrangiata, abborracciata e scandalosa, per portare a casa due o tre lire di prebende con un escamotage, degno della più fervida fantasia partenopea. Un mezzo strapuntino devono conquistarlo. Mi immagino già qualcuno pronto a taroccare google maps, oppure ad inventarsi tortuosi viaggi di ritorno, in cui i chilometri cominciano a moltiplicarsi per incanto. E magari la Provincia siamo costretti a raggiungerla con una gatto delle nevi, che sai quanto consuma?!? Perché quando si tratta di grattare qualche soldo, anche un viaggio verso Monza può trasformarsi in una piccola Parigi-Dakar. Roba da matti.
Anche qui da parte nostra chiarezza fin da subito: nel mio intervento ho dichiarato che la Lega a questa robaccia non ci sta, il modulo lo restituiremo in bianco, ci rifiutiamo di compilarlo, perché noi di rimborsi non ne vogliamo e non ne vogliamo sentir parlare. Non ho percepito un rimborso in cinque anni da assessore, non inizierò certo ora, quando si è detto che le province debbono essere a costo zero. La reazione degli altri sedici consiglieri e del presidente Ponti? Silenzio assoluto, tutti hanno fatto finta di niente. Pessimo segnale. Forse erano già impegnati a calcolarsi la distanza verso casa, la più lunga possibile.