Il Governo Renzi ha imparato dai Casalesi e applica anche lui la regola del 5%

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Si è discusso parecchio della “regola del 5%”, quella raccontata da Antonio Iovine, boss dei Casalesi, spiegando come il clan imponesse una percentuale, un pizzo appunto del 5%, ad ogni attività e ad ogni contratto maturati nel proprio territorio. Mentre tutta Italia giustamente inorridiva davanti a tutto questo, a me tornava alla mente il testo del decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”. Per quale motivo? È presto detto: il Governo per ricercare le coperture alla famosa regalia elettorale di 80€, quella che qualcuno volgarmente considera voto di scambio, ha naturalmente operato dei tagli a tutti i livelli degli enti locali: Regioni, Comuni e Province. Essendo soprattutto Comuni e Province in condizioni disperate e nell’impossibilità di comprimere ulteriormente la spesa, lo Stato ha pensato di risolvere alla radice il problema, obbligando tutti i fornitori di beni e servizi dei Comuni, quindi aziende private, a ridurre coercitivamente e in maniera assolutamente unilaterale i loro contratti di una ceerta percentuale, per tutta la durata contrattuale. Cosa c’entrano quindi i casalesi e la regola del 5%? Perché per una pura coincidenza, certo significativa e in qualche modo raccapricciante, a pag 13 art. 8 il testo dice:

La norma […] autorizza […] le pubbliche amministrazioni […] a ridurre gli importi dei contratti in essere aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento

Per farla breve, i Comuni dovranno chiamare tutte le aziende e comunicare loro il taglio del 5%. Le condizioni? Prendere o lasciare, pena la rescissione del contratto, il tutto senza la pistola appoggiata sul tavolo perché allo Stato non serve, ma ultimamente anche la mafia dicono sia più discreta nell’uso delle armi, se non ti ribelli.
In buona sostanza, lo Stato impone a tutte le aziende che lavorano nei Comuni di versare il 5% del valore del loro contratto, che andrà a copertura dei tagli decisi dallo Stato stesso, quindi di fatto questo 5% andrà allo Stato.
Mi vorrei mettere nei panni delle povere aziende del Casertano, già costrette a versare il 5% ai Casalesi e adesso dovranno retrocedere un altro 5% ad un’altra organizzazione, che questa volta si chiama Stato e che dovrebbe essere quella amica, i buoni insomma.
Questo è un altro dei fantastici risultati del Governo Renzi, il Governo del fare, il nuovo che avanza, la rivoluzione, di cui ne parlavo qui: uno Stato strozzino, sempre più avido, ormai fuori controllo, infrange ogni legge, calpesta il diritto e vuole solo i soldi, maledetti e subito.
E Fassino? E l’Anci? Dove sono mentre ai Comuni fanno tutto questo? Stanno in silenzio, perché delle volte è meglio non vedere, non sentire e soprattutto non parlare.