Voucher, l’insostenibile leggerezza del ridicolo

Condividi articolo

Il Ministro Poletti dice che sui voucher valgono le norme che sono abrogate. Siamo governati da gente in conflitto perenne con il loro cervello

voucher

Ieri si festeggiava il canonico inizio della primavera (anche se in realtà l’equinozio è caduto il 20), che a Roma vuol dire già inizio dell’estate. Dev’essere per questo che qualcuno, precisamente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha già provveduto a spedire qualche parte di sé in vacanza: il cervello.

È di ieri, infatti, la pubblicazione di una delle più strampalate «note» che la storia politica e istituzionale italiana, seppur ben rodata alle bislaccherie, abbia mai conosciuto. Sto parlando precisamente di questa qui, ovvero il comunicato che aveva come scopo quello di chiarire, di grazia, cosa diavolo fare dopo il decreto che ha abolito i voucher. Sì perché i nostri fenomeni del Governo, quel Renzi bis con a capo CamomilGentiloni, inseguiti dalla paura fottuta del referendum promosso dalla CGIL, sono corsi ad approvare un Decreto urgentissimo che ha cancellato totalmente i voucher. E proprio per togliere qualsiasi dubbio, o incertezza, sul fatto che il referendum dovesse essere annullato, hanno fatto tabula rasa proprio di tutto, norme che regolano l’erogazione e fruizione dei voucher comprese, senza nemmeno prevedere un regime transitorio. Cosa significa? Significa che avendo decretato che i voucher in circolazione (e sono tantissimi), potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017, per i prossimi 9 mesi non esiste più nessuna normativa che regoli l’utilizzo dei voucher. Il rischio è che in questo lasso di tempo, nemmeno tanto breve, i voucher possano essere utilizzati senza regole e senza controlli. Una follia, un errore grossolano e da dilettanti. Ci si è accorti? Diciamo che si sono accorti subito gli altri. Ecco allora arrivare la nota del ministero, che preso dal panico e dall’urgenza di modificare il decreto urgente (viviamo nel luogo dove tutto è urgenza), arriva a compiere un vero miracolo lessicale, una roba da medaglia d’oro in castroneria carpiata:

Nel periodo transitorio valgono le norme previgenti, nel frattempo abrogate

No, non è la supercazzola prematurata, quella con scappellamento a destra. È una nota ufficiale di un dicastero del Governo Italiano. Avete capito bene? Forse no. Ma sì dai, è semplice. Dice così: che «valgono le norme nel frattempo abrogate». Perché faticate a capire? Forse perché vi suona strano che qualcuno possa scrivere che «valgono le regole» e che queste «sono state abrogate», nella stessa medesima frase? Effettivamente, mica è una roba semplice da digerire, perlomeno per gente normale.

Ora, pensandoci bene, il grave della questione non è mica questa ridicola nota, che dopotutto cerca di mettere una pezza alla schifezza che è stata decretata giusto poche ore prima. La cosa inquietante è sapere di essere governati da gente di questo calibro, ministri che non conoscono nemmeno la vergogna, tutti bravissimi a sopportare l’insostenibile leggerezza del ridicolo.