Vitalizi: io difendo Eva Klotz (e la libertà)

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Continua la becera campagna contro la Klotz e i tirolesi, una campagna che ha un solo obiettivo: soffocare la voglia di libertà e permettere a Roma di continuare a banchettare con i nostri quattrini

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L’Italia è un posto davvero strano, in perenne lotta contro il nemico sbagliato. Oggi, sulle pagine del Quotidiano Nazionale, l’ennesimo attacco contro la «casta del Trentino Alto Adige». A piena pagina viene sparata una foto degli Schützen e, manco a dirlo, della Pasionaria Eva Klotz.

Sarebbe un’inchiesta, così viene chiamata, anche se ha tutte le caratteristiche della solita operazione di killeraggio mediatico, dove non conta il contenuto della notizia, piuttosto l’obiettivo che ci si prefigge. E qui, tanto per essere chiari, l’obiettivo è solo uno: combattere una delle ultime realtà territoriali capaci ancora di ribellarsi con forza e buoni risultati al giogo romano. È Roma che lancia strali contro gli sprechi. Roma, la più grande cloaca politica che la storia abbia conosciuto, il più grande centro di sperpero di denari pubblici, il luogo dove tutto si fa corrompere. Tutto, anche l’anima. Da che pulpito, pensate un po’.

I Sud Tirolesi sono come il villaggio di Asterix e Obelix, l’ultimo ridotto di ribelli che non si vogliono piegare ai capricci dell’Imperatore. Questo è il motivo per cui vengono continuamente attaccati, non ce ne sono altri. Qui le inchieste giornalistiche non c’entrano nulla, anche perché i «risultati», di queste pseudo inchieste, non è che siano così eclatanti.

EVA KLOTZ E IL VITALIZIO CHE NON C’È

Partiamo dal principio: Eva Klotz. A me la Pasionaria non sta particolarmente simpatica, tantomeno l’ho mai osannato come fosse un idolo. Certo però che additare lei come simbolo di poltronismo politico o come persona che si è comodamente accontentata di uno stipendio facile, è davvero una porcata. Lei è la figlia del Martellatore della Val Passiria, l’indimenticato Georg, un vero mito da quelle parti. Inizia la sua carriera politica a 25 anni, seguendo sempre l’ideale dell’indipendenza dall’Italia. Può piacere o meno, ma Eva Klotz rappresenta un punto fermo di coerenza, in mezzo al putridume consociativo della politica romana, e di una certa parte di quella trentina.

Oltretutto lei al vitalizio, ovvero una rendita mensile garantita alla fine del mandato, ha rinunciato in favore del pagamento in un’unica soluzione di quanto dovuto. Che è una cifra enorme, proprio perché pagata in una soluzione unica, ma comunque inferiore a quella che avrebbe percepito qualche anno fa, quando già aveva maturato il diritto, ma decise di continuare l’attività politica. Perché, allora, si parla sempre e solo di Eva Klotz e non delle decine di altri consiglieri che incassano vitalizi ben più generosi? Semplice, perchè Eva Klotz è il simbolo da abbattere, il simbolo della battaglia contro Roma e per la libertà dei popoli. È così banale che spiace vedere quanti ci caschino. Troppi direi.

IL RECORD DEGLI STIPENDI È LA SICILIA, MA NON VIENE CITATA

L’autrice, Rosalba Carbutti, ci racconta i numeri dello «scandalo», quelli che farebbero del Consiglio Regionale trentino un record assoluto di sprechi. Eccoli:

Consiglieri Regionali

Trentino: indennità lorda 9.800€ + 1.450€ di rimborso = 11.250,€

Lombardia: indennità lorda 6.327€ + 4.218€ di rimborso= 10.545€

Emilia Romagna: indennità lorda 5.000€ + 2.258€ di rimborso= 7.258€

Toscana: indennità lorda 7.334€ + 1.925€ di rimborso= 9.259€

Potremmo, con qualche ragione, sostenere che siano in generale un mucchio di soldi. Vero, nonostante siano stati tutti ridimensionati negli ultimi anni, ma non è questo il punto. Il punto è che il Trentino, seppur in cima a questa particolare classifica «stralcio», che prende in esame solo alcune Regioni, non di discosta poi tantissimo, a ben guardare, da Lombardia e Toscana. Differenze minime. C’è però una Regione che, stranamente, non viene citata nella tabellina di questa inchiesta sugli sprechi regionali. Si chiama Regione Sicilia. Perché non viene citata? Semplice, perché avrebbero dovuto scrivere questo:

Sicialia: indennità lorda 6.600€ + 7.680€ di rimborso e diaria= 14.280€

A quel punto, converrete, lo scopo di infangare il fiero popolo sud tirolese, non sarebbe stato raggiunto. Quindi, meglio omettere la Sicilia, che rappresenta invece il record negativo assoluto.

IN CALABRIA 1 LAVORATORE SU 5 È PUBBLICO

Ma non è l’unica omissione. Vengono poi citate le percentuali dei dipendenti pubblici. Si riporta il lavoro del centro studi Impresa Lavoro, i cui risultati sono riassunti qui.

Stranamente, ma dev’essere un caso, l’autrice del pezzo pubblica solo un pezzo dello studio, ovvero la percentuale di dipendenti pubblici rapportata alla popolazione residente. Il Trentino, primo fra le regioni, vanta il 7,4%. Il dato però più significativo, anche qui potrete facilmente convenire, è però rappresentato dal rapporto tra totale dei cittadini occupati e quelli impiegati nel comparto pubblico. È questo il numero che ci dice quanto peso rappresenti l’apparato pubblico rispetto all’economia di un territorio. Un indice di dinamismo e virtuosità.

Sapete perché Rosalba Carbutti si è «dimenticata», diciamo così, anche questo dato? Perché avrebbe dovuto scrivere che il primato spetta alla Regione Calabria, dove 1 cittadino lavoratore su 5 è dipendente pubblico: il 22,02% per la precisione, contro il 16,42% del Trentino Sud Tirolo, che sta a metà classifica.

ANCHE IL TRENTINO VANTA UN PICCOLO RESIDUO FISCALE

Ma il massimo lo raggiungiamo quando si criticano i trasferimenti che Roma garantisce al Trentino, che sono diversi e maggiori in funzione degli accordi che ne hanno riconosciuto la specialità. Capite bene che è davvero bizzarro che ci si limiti a citare quanto Roma «spenda» per un dato territorio, senza indicare quanto questo territorio versi annualmente alla casse statali. Anche qui, quello che conta è il residuo fiscale, ovvero la differenza tra ciò che si versa e ciò che lo Stato ridà indietro in servizi e trasferimenti. Giusto per capire, dato che siamo in argomento, chi davvero paga quelle famose pensioni d’oro e quegli stipendi generosi: paga Roma o paga il Trentino?

Lo studio sul residuo fiscale della CGIA di Mestre, che trovate qui, racconta che anche il Trentino, nonostante goda di un regime sicuramente agevolato, vanta un «credito» nei confronti dello Stato di 612.000.000 di euro ogni anno. Quindi la risposta ce la siamo già data: gli stipendi e vitalizi dei consiglieri trentini vengono pagati dai contribuenti trentini. Roma non regala nulla.

E la Sicilia? I nostri «amici» dell’ARS (Assemblea Regionale Sicilia) che si fregiano del titolo di «Deputato», sono invece tutti a carico nostro. Là a quelle latitudini, è bene ricordare, regaliamo quasi 9 miliardi di euro ogni anno. Risultati positivi? Zero assoluto.

Per questo io difendo Eva Klotz e il Sud Tirolo, perché difendere loro significa difendere la sacrosanta lotta contro Roma, che utilizza ogni strumento per metterci gli uni contro gli altri, continuando a banchettare allegramente con i nostri quattrini.

* UPDATE: segnalo che questa settimana Rosalba Carbutti ha firmato un completo servizio anche sugli scandali della Regione Sicilia, che potete "gustarvi" a questo indirizzo: http://www.quotidiano.net/politica/sicilia-sprechi-vitalizi-1.2997254