“Un terrorista non arriverà mai su un barcone”. Mentre lo dicono un terrorista tunisino sta salpando dalla Libia

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isisbarche3Il problema di noi europei è che non riusciamo proprio a comprendere il rischio che stiamo vivendo. Probabilmente non siamo proprio attrezzati per farlo; ogni sollecitazione, ogni avviso, ogni attentato sembra scivolarci addosso. In fretta lo dimentichiamo, lo rimuoviamo. Forse perché non possiamo accettare l’idea di vivere pensando che probabilmente esiste qualche milione di persone nel mondo che vogliono in qualche modo conquistarci, annientarci e distruggerci. È vero che nel mondo ci sono miliardi di persone e che queste sono certo delle minoranze. Ma esistono. Dobbiamo farci i conti oppure no?

Io credo di si, mentre qualcuno continua a chiudere gli occhi a negare la realtà anche quando sta lì davanti ai suoi occhi.

Siamo in piena emergenza sbarchi, arrivano a centinaia ogni giorno assolutamente fuori controllo. Potrebbe arrivare di tutto in quei barconi, non sappiamo chi sono, da dove arrivano e per fare cosa arrivino qui. Arrivano e basta e per alcuni questo è già un buon motivo per costruirci sopra un servizio, un lavoro, un business. Nemmeno tanto piccolo.

Se poi capita, come capita, che qualcuno sollevi qualche dubbio in merito al fatto che nel barcone potrebbe arrivare chcco la rassicurazione arr iunque, magari anche un terrorista, e ivare veloce e sicura, a mo’ di sberleffo. Prendete la dichiarazione di oggi di Roberto D’Alessio, il Presidente del Consorzio Comunità Brianza, che gestisce la rete di accoglienza profughi:

Nessuno di noi, che conosce le storie e le tragedie di queste persone, pensa che un terrorista arrivi sui barconi

Una risposta rassicurante alle nostre paure di semplici cittadini, noi così sempliciotti e creduloni da pensare che un terrorista possa imbarcarsi, in forma anonima e clandestina, in una barca scassata per raggiungere l’Europa attraverso l’Italia. Che pensiero sciocco! Naturalmente il terrorista, che non ha proprio nulla da temere e da nascondere (a dir la verità questo probabilmente è vero, con Alfano nessun delinquente teme davvero qualcosa in Italia), che non potrà mai trovarsi nelle condizioni di dover scappare perché braccato dalla polizia (i terroristi non scappano mai), mai e poi mai potrà valutare l’arrivo con il barcone pieno di clandestini.

Naturalmente è proprio vero il contrario. La cosa curiosa è che probabilmente proprio mentre D’Alessio rilasciava questa intervista, sulle coste libiche si aggirava un terrorista braccato dalla polizia. E sapete cosa sta tentando di fare in Libia? Sta cercando di trovare un barcone per salpare e arrivare in Italia. Ma tu guarda, che cosa davvero strana! Si tratta di Rafik Ben Mohammed Najib Ben Ali Al Tayari, conosciuto come Rafik Tayari, il ragazzo 24enne tunisino che è uno dei due ricercati per la strage di Sousse. Quando questo qui arriverà in Italia, magari tra qualche giorno, se gli dice bene non lo riconoscono, può essere che trovi posto in uno dei tanti centri di accoglienza sparsi per l’Italia. Quando sarà stufo di vivere a nostre spese scapperà dal centro e farà perdere le sue tracce. Incontrollato.

È vero, tante persone che arrivano sono accompagnate da tante storie tragiche. Ma anche per loro dobbiamo alzare la guardia, pensare alla sicurezza. Non minimizzare, non credere che siano sempre e solo sciocche paure perché poi arriva la realtà a mettere a posto le cose e a decidere chi fosse quello ad avere idee sciocche.