Elezioni Provinciali, il tafazzismo premia il PD

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Tafazzismo

Il nuovo (e terzo della sua breve storia) Presidente della Provincia di Monza e della Brianza è Roberto Invernizzi. La Provincia sarà guidata, ironia del destino, da un Sindaco della sinistra vimercatese, la stessa sinistra vimercatese che fino all’ultimo, anche in aula del Senato, osteggiò e tentò di affondare la legge che istituti la Provincia della Brianza. Insomma, non la volevano ma in mancanza d’altro anche quella cadrega fa comodo. Il risultato era prevedibile, ma non scontato. Ieri pomeriggio gli uomini del PD avevano facce tese in via Grigna, molti voti mancavano all’appello, furioso è iniziato il tam tam per portare le truppe cammellate alle urne. E infatti Invernizzi poteva perdere, lo dicono i numeri. Perché la Brianza non è più del PD, questo è il dato politico che emerge. È finita la Brianza rossa. Perché allora ha vinto Invernizzi? Ha vinto perché il centro destra non è riuscito a trovare un candidato dietro al quale ricompattarci, e perché i grillini hanno giocato la carta della desistenza. I 5 stelle governano Vimercate, il sospetto è che l’accordino sotto banco con Invernizzi porterà qualcosa sul loro territorio. Se questi sono i feroci oppositori del PD, sem a post! Peggio della prima Repubblica.
Rimane l’amaro in bocca per chi, come me, sarà ancora costretto a sedere in un Consiglio con Presidente PD, quando sono convinto che un candidato della Lega avrebbe sbaragliato glia avversari e messo tutti d’accordo tra gli “anti PD”. E dopo aver portato tanto “fiato” alla vittoria di Allevi a Monza, credo che forse un po’ ce lo saremmo meritati. Rimane l’amaro in bocca anche perché i cittadini elettori, ancora una volta, sono stati esclusi dalle urne. La chiamano elezione di secondo livello, io la chiamo abolizione del suffragio universale. Ma così ha deciso il PD, partito che sarebbe “democratico”. Ma pensa un po’.
Non potrà comunque gioire Invernizzi, a cui vanno certo le mie congratulazioni personali, perché quando si reca solo il 70% a votare, con un corpo elettorale fatto solo di addetti ai lavori, c’è da piangere e poi da riflettere, certo non c’è festeggiare.
Rimane che lui sarà l’uomo solo al comando, di una Provincia bistrattata ma che rimane con competenze importanti, senza una Giunta e con un Consiglio con poca possibilità di incidere. Un piccolo ducetto di provincia, così come ha voluto quel genio di Delrio.