Quattordici anni dopo Miglio, il Nord sta morendo (in silenzio) soffocato dai pidocchi

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Il 10 agosto 2001, esattamente quattordici anni fa, si spegneva uno dei più grandi scienziati della politica: Gianfranco Miglio. Illuminato profeta del verbo federalista, feroce e tenace avversario di quell’idea di Stato centralista che ha condannato a sofferenze atroci l’Italia fin dalla sua sciagurata invenzione.

Quattordici anni dopo la scomparsa dell’ideologo della Lega, il Nord sta morendo sotto il silenzioso ma estenuante lavorio di quelli che lui, in una fortunata ed efficace semplificazione, chiamava “parassiti”. I parassiti hanno ormai quasi irrimediabilmente danneggiato la parte vitale dell’Italia, la locomotiva del Nord. Miglio aveva già previsto tutto questo, durante un profetico intervento al Congresso di Bologna della Lega Nord in un lontano 1994.

Ecco alcuni stralci:

Il grado di civiltà politica di un paese dipende dal modo con cui si riesce a limitare la quantità e la presenza dei parassiti. I parassiti sono nella società così come sono sugli animali. Se i parassiti crescono al di là di un certo limite l’animale muore e muore una società

Il parassita è colui che non produce ricchezza ma vive consumando quella prodotta dagli altri. Centralismo e parassitismo sono due fenomeni strettamente collegati fra loro

Il Paese che siamo chiamati a cercar di cambiare è ammalato da un esercito di pidocchi. Senza mutare il sistema costituzionale centralizzato noi non riusciremo a sopravvivere. Contro questo modo di governare assurdo e incorreggibile c’è una sola alternativa: un sistema federale che rovesci la piramide fiscale e clientelare

E di cosa discute invece la politica italiana in questi giorni? Discute di buttare ancora miliardi di quattrini, naturalmente nostri, a beneficio del Sud!

E allora, cari colleghi schiavi, ci tocca prepararci: si staglia all’orizzonte una nuova e “fulgida” stagione di politica meridionalista. Nell’ultima direzione nazionale del Partito Democratico, si è di fatto stretto una sorta di patto tra un Premier in calo vertiginoso di popolarità e i governatori delle regioni del Sud, tronfi dalle recenti vittorie elettorali, come Emiliano e De Luca. La loro ricetta salvifica? Manco a dirlo, una montagna di soldi per il meridione.

C’è chi poi, spudorato tra gli spudorati, va oltre. Come Vincenzo De Luca, che è arrivato ad evocare la riproposizione di leggi speciali per il Sud, proponendo di obbligare le grandi aziende ad indirizzare il 60-70% dei loro investimenti al Sud. Che idea moderna…

Per oltre quarant’anni (1950-1992) abbiamo finanziato una delle più grandi mangiatoie della storia, la Cassa del Mezzogiorno, senza che il divario tra Nord e Sud si spostasse di una misura significativa. Anzi, negli ultimi anni il divario è pure peggiorato, come riportato in questo recente articolo de l’Economist. Quattro decenni sono un’eternità, un periodo così lungo che nessuno dovrebbe mai sognarsi di pensare una cosa tipo: proviamo a dare soldi al Sud, magari funziona!

Ed è così che continuiamo ad alimentare intere e sterminate colonie di parassiti, pidocchi della peggior specie. Si continua a battere la strada dell’assistenzialismo nella vana speranza di salvare il Sud. Salvare il meridione non è una questione di soldi, ma una questione di sistema: o si attua la prima e più grande rivoluzione di cui l’Italia avrebbe bisogno, quella federale, oppure i parassiti avranno il sopravvento e il Nord insieme all’Italia morirà definitivamente.

Non esiste altra via fuori da quella federalista, non esistono illusorie scorciatoie buone per poter salvare il Nord e il Sud. La via maestra è sempre quella di smantellare il potere centralista romano.

Spiace che il professore sia stato poco ricordato in questa giornata, ma tantissimi sono coloro che continuano a portare avanti le proprie idee, come il Professor  Stefano Bruno Galli che ha scritto così oggi sulla sua bacheca

 

14 anni fa se ne andava il Professore, ineludibile punto di riferimento negli studi sul federalismo e Profeta del grande... Posted by Stefano Bruno GALLI per Maroni Presidente on Lunedì 10 agosto 2015

3 risposte a “Quattordici anni dopo Miglio, il Nord sta morendo (in silenzio) soffocato dai pidocchi”

  1. Bravo Andrea sempre ricordare, soprattutto i grandi uomini come il professor Gianfranco Miglio.
    Ma il suo ricordo resterà più vivo se noi riusciremo a portare avanti le sue istanze.
    Mi sembra che purtroppo negli ultimi periodi a causa anche della sempre meno credibilità che dispone la politica la causa del Federalismo dell’Autonomia dell’Indipendenza della Secessione sono sempre meno in evidenza.
    L’autodeterminazione è un diritto inalienabile.
    Oggi tocca a noi ricordare che questi diritti/esigenze sono vivi più che mai, e solo se saremo capaci di imporre nuovamente la questione settentrionale al centro della discussione politica potremmo sperare di avere un futuro lungo e pieno di soddisfazioni.
    Per riuscire a fare questo bisognerà fermarsi a ragionare un attimo, mettere a fuoco quello che è successo in questi anni, capire, spiegare, e con determinazione continuare il percorso iniziato ormai una trentina di anni fa da Umberto Bossi.
    Oggi per assurdo causa la crisi economica/politica potrebbe essere anche più semplice riuscire a realizzare quel consenso indispensabile per riuscire a attuare il nostro sogno.
    Anche se può sembrare superato il marchio PADANIA io penso che sia sempre l’unica e sola soluzione hai nostri problemi.
    Continuiamo a far sventolare la Nostra bandiera e un giorno si realizzerà il nostro sogno.
    Ciao Alessio

    1. Avatar francesco mazzali

      vista dal Nord, capito’ che milano con cattaneo avrebbe preferito la via svizzera o americana, ma l’esercito l’avevano savoia. ora abbiamo anche il problema europa, forse p

  2. Avatar francesco mazzali

    Europa problema analogo e prioritario. dopo 155 anni di tentativi e sprechi, spostare il problema da roma a bruxelles, pare l’unica soluzione praticabile.