Provincia di Monza Brianza: il Presidente si dimette per far vincere ancora il PD?

Condividi articolo

Negli ultimi giorni sta circolando una ipotesi sconcertante. Si dice che il Presidente starebbe per dimettersi per anticipare le elezioni e confermare un Presidente PD

Pd

 

C’è una voce maliziosa e maligna, di quelle che ti frullano nella testa quando ti compare il diavoletto appoggiato sulle spalle. Un’idea, un bisbiglio che nelle ultime ore comincia a circolare con velocità sospetta. Di bocca in bocca, il pensiero si è trasformato in sospetto. Forse il Presidente della Provincia Roberto Invernizzi starebbe per rassegnare le dimissioni? Questa la voce che circola nei corridoi della politica brianzola. Verità? Fantasia? Pettegolezzo senza fondamento? Non ho elementi per andare oltre, ma voglio sperare e credere che questa ipotesi non possa nemmeno esistere.

Perché Invernizzi dovrebbe dimettersi a pochi mesi dalla sua naturale scadenza? Quale malignità nasconde questo dubbio che serpeggia? E’ presto spiegato: le dimissioni anticipate, con conseguenti elezioni congiunte per il rinnovo di Consiglio e Presidente della Provincia, blinderebbero la maggioranza di Centro Sinistra per altri quattro anni con un presidente targato PD. Infatti il 26 maggio prossimo, data non ancora ufficiale ma probabile, ci sarà il rinnovo di ben 31 amministrazioni su un totale di 55 comuni della Provincia. Il Presidente, a causa della sciagurata riforma Delrio, viene votato solo da sindaci e consiglieri comunali. Ciò significa che quasi due terzi del corpo elettorale verrà rinnovato a maggio. Il PD provinciale sa bene che per loro non sarà una tornata di quelle in cui mieteranno successi, per usare un eufemismo, e sanno anche che il Presidente Invernizzi decadrà automaticamente con la cessazione della sua carica di Sindaco di Bellusco, proprio a fine maggio. Questo significa che dopo l’estate si dovranno svolgere le elezioni per il nuovo presidente della Provincia, e il nuovo scenario darebbe possibilità concrete di vittoria a un candidato Lega. Ecco allora che prende corpo l’infausta idea: dimettersi anticipatamente, prima del 26 maggio, indire contestualmente le elezioni per il rinnovo del Consiglio e il Presidente della Provincia, così che con gli attuali equilibri il PD vincerebbe ancora. La cosa sarebbe giustificata adducendo magari la scusa dei risparmi, in virtù dell’accorpamento, con magari Invernizzi che si libera in anticipo per una possibile corsa alle Elezioni Europee. Fantapolitica? Forse sì. O forse no.

Una cosa è certa: questa sarebbe, senza usare mezzi termini, una vera porcata. Porcata anche doppia, se si considera un altro aspetto, dettato dalla Delrio, che renderebbe l’ipotesi davvero inaccettabile. Il comma 60 della Legge 54/2014, la Delrio, recita così:

60. Sono eleggibili a presidente della provincia i sindaci della provincia, il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni.

Questa norma, unitamente al fatto che alla carica di presidente di provincia possono candidarsi solo i sindaci, determina che il rinnovare il Presidente prima del 27 maggio precluderebbe in automatico a 31 sindaci su 55 la possibilità di candidarsi.Capite che sarebbe un fatto grave, un giochino sulla pelle di cittadini e istituzioni con il solo scopo di portare vantaggio ad un partito politico: il Partito Democratico. E si dice anche che le elezioni anticipate vedrebbero in rampa di lancio, come candidato del PD, il neo sindaco di Seregno, che infatti nelle ultime settimane si agita parecchio per finire sulla stampa.
Ricapitolando: con una legge, fatta su misura, hanno conquistato nel 2014, in un colpo solo, tutte le province italiane. Non contenti, ora con un trucchetto eliminerebbero dalla corsa due terzi dei candidati, facendo scegliere a un corpo elettorale che non rappresenta più il panorama politico della Brianza.

Voglio credere che questa sia solo una voce maligna, una ipotesi bizzarra, una sciocchezza insomma. Nonostante molti scontri, duri ma sempre franchi, con il Presidente Invernizzi, nutro stima nei suoi confronti e sono sicuro che non tarderà a smentire e bollare come inesistente questa ipotesi.

Semmai sarebbe da auspicare una proroga anche delle elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali, visto che molti tra i consiglieri che verranno eletti tra marzo e aprile del 2018, rischiano di decadere già a fine maggio, proprio perché sono moltissimi i comuni al rinnovo. Ma questa è un’altra storia. Sono le conseguenze di una legge di riforma cretina. Anzi, del(r)irante.