Dopo gli scandali, la Provincia di Monza silura l’azione del Commissario al Parco Adda Nord. Perché?

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Presentata una interrogazione per conoscere i motivi che hanno spinto il Consigliere Giacomo Biffi ad affossare il regolamento della Commissione Paesaggio

parco adda

Parliamo di Adda e di trasparenza, ma per una volta non di quella delle sue acque. La Provincia di Monza ha determinato il siluramento del nuovo regolamento sulla Commissione Paesaggio. Come mai? Potremmo limitarci a pensare alle feste, però io però sono come San Tommaso, e quando si tratta di trasparenza voglio vederci chiaro fino in fondo. Per questo ho presentato oggi una interrogazione, a firma mia e del Capogruppo Andrea Villa. Ecco i fatti. Mercoledì 13 dicembre era convocata l’Assemblea della Comunità del Parco, nella sede di Villa Gina a Trezzo. All’ordine del giorno, ultimo di sette punti, i membri erano chiamati ad esprimere il parere obbligatorio rispetto alla modifica del regolamento della Commissione Paesaggio. Modifiche in parte banali, come l’aggiornamento rispetto ai nuovi organi introdotti dalla Legge Regionale, altre più sostanziali, come l’inserimento di alcuni principi dettati dalla legge 190 del 2012, ovvero le «disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione». La modifica, e forse questo è l’aspetto che allarmava qualcuno, avrebbe determinato il rinnovo dei componenti della Commissione Paesaggio.

 

Questa è più o meno l’equivalente della Commissione Urbanistica di un Comune, per questo riveste una notevole importanza e richiama evidentemente le attenzioni della politica. Senza contare che il Parco sta predisponendo il suo nuovo Piano Territoriale, ponendo così la commissione e i suoi componenti ancora di più al centro della scena.

E a questo punto un bel ricambio, visto anche il clima generato del recente arrivo delle sirene della Polizia Mobile negli uffici del Parco e di alcuni Comuni, sarebbe stato oltremodo auspicabile. Sarebbe. Perché così, purtroppo, non è stato.

All’approssimarsi dell’approvazione del punto 7, i rappresentanti di diversi comuni fino al quel momento tranquillamente seduti in Aula, hanno deciso di abbandonarla, nel tentativo di far venire meno il numero legale. Ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Nonostante le defezioni, infatti, l’Assemblea era ancora in presenza del numero legale, quindi legittimata a votare la modifica che avrebbe azzerato la Commissione Paesaggio. A fare la differenza, a favore del numero legale, era proprio il rappresentante della Provincia di Monza e Brianza, il Consigliere Provinciale Giacomo Biffi. Purtroppo, qui l’episodio si tinge di giallo, quando l’inconsapevole consigliere si è reso conto di essere finito in qualcosa più grande di lui, ovvero che stesse facendo la differenza per iniziare il rinnovamento auspicato dal commissario, ha cominciato a compulsare freneticamente il telefonino. Cercava di mettersi in contatto con qualcuno, presumibilmente per avere indicazioni? Dopo qualche minuto di imbarazzo, arriva la decisione di abbandonare l’aula e far cadere il numero legale.

Che peccato. Un punto segnato da chi non si ostina a dire che tutto va bene, da chi si cerca di oppure in tutti i modi al lavoro del Commissario nominato dalla Regione. E lo dicono chiaramente. Come il Sindaco di Truccazzano, il Municipio presso cui ha prestato servizio per un decennio proprio l’ex Direttore Generale Giuseppe Luigi Minei e la collaboratrice Francesca Moroni, entrambi indagati. Il primo cittadino si è rivolto direttamenteal Commissario sulla questione della Commissione Paesaggio:

Gli ho detto di avere un atteggiamento meno aggressivo nei confronti dei dipendenti del Parco e di valutare le professionalità che ha a disposizione. Il direttore Cristina Capetta non ha voluto sciogliere la Commissione e lui ha risposto che lo farà con un atto di forza. Non è il modo di porsi, da solo non andrà da nessuna parte”

Perché ci si pone a strenua difesa di questa commissione e contro l’eventualità di un rinnovo dei componenti? Soprattutto, perché il delegato Biffi ha abbandonato anche lui l’aula? E chi chiamava al telefonino? Qualcuno gli ha risposto? Il Presidente Invernizzi ha parlato con lui? Quali indicazioni aveva dato la Provincia?

Tutte domande che abbiamo inserito nella nostra interrogazione, a cui chiediamo una risposta nel prossimo Consiglio Provinciale, dalla viva voce dei protagonisti.

Forse il tentativo è quello di attendere l’sito del ricorso al Tar, con cui alcuni comuni, guidati dal Presidente di Anci Lombardia Brivio, nelle vesti del Sindaco di Lecco, vorrebbero cancellare il commissariamento deciso dalla Regione Lombardia ed evitare di fare i conti con una situazione che è già al vaglio della Procura. Noi esigiamo trasparenza, sia nella gestione del Parco Adda Nord, sia nel conoscere le motivazioni che hanno spinto ad affossare il primo atto importante dell’opera di rinnovamento del commissario.