Pronti alla pace

Condividi articolo

Siamo pronti a lavorare per svelenire il clima, ma la Prefettura deve accettare due semplici condizioni: fermare tutto e sedersi ad un tavolo

Pace

Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, prepara la guerra. In fondo é sempre stato così, fin dai tempi di Platone, passando per Vegezio e Cicerone, arrivando fino a Napoleone e ai giorni nostri. Lazzate e il suo Borgo in fiore amano la pace, la tranquillità, l’ordine e la pulizia. Questi risultati non sono frutto del caso, si raggiungono dandosi delle regole e soprattutto facendole rispettare. Anche nelle torride giornate agostane, anche a ferragosto. Regole di civile convivenza e di rispetto tra gli abitanti di una comunità. Per questo non deve stupire se la reazione, di fronte alla notizia dell’installazione di un centro profughi nel Borgo, sia stata pronta e decisa, quasi da sembrare eccessivamente dura. Era tutto abbastanza prevedibile, nel momento che pareva come qualcuno, dall’esterno e volutamente di nascosto, stesse mettendo a rischio questa pace, violando le regole di civile convivenza. Si dirà che “così fan tutti”, oppure che “si è sempre fatto così”. A noi non importa molto cosa accade altrove, anche se ovunque vediamoci sindaci belli incazzati per i medesimi motivi. Noi difendiamo il nostro voler essere “normali”, che in questa Italia sbrindellata, in cui pare che nemmeno le istituzioni rispettino le regole, evidentemente significa essere speciali.
Ora la tensione a Lazzate è alle stelle, con continui atti di sabotaggio da parte di ignoti. Esecrabili e condannabili certamente, ma prevedibili e previsti dal sottoscritto. A questo punto cosa si aspetta? Dove si vuole che arrivi questa pericolosa escalation? Noi vogliamo la pace, siamo anche pronti a fare la nostra parte, soprattutto come amministrazione. Ma come possiamo di fronte alla cocciuta indifferenza della Prefettura? Da via Prina si continua ad ignorare due nostre richieste molto semplici: primo, fermare ogni proposito di attuare il “blitz” a Lazzate, che significa arrivare di notte o di soppiatto e scaricarti nuovi “ospiti” senza aver avvisato nessuno. Secondo, avere la bontà, di grazia, di volersi mettere attorno ad un tavolo con il comune, verificando la correttezza di ciò che si sta portando avanti di nascosto. Svanito l’effetto sorpresa, evitiamo però l’effetto miccia lunga.
Soddisfatte queste due condizioni, che sarebbero il minimo in un posto normale e non schizofrenico, potremmo certo tranquillizzare i nostri cittadini, lavorare per svelenire il clima e tentare di fermare l’escalation di violenza. Altrimenti continueremo tutti a vivere nell’allarme, nella psicosi, con la guardia alta e l’insofferenza che sale.
A Lazzate siamo pronti alla pace, ad ogni costo.