Povero Jeroen, vittima del chiagni e fotti

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Le parole del presidente olandese dell’Eurogruppo erano sacrosante, travisate dal peggior vittimismo meridionale

Jeroen

In quanto sanno cosa sia una metafora? Leggendo le reazioni italiane alle parole di Jeroen Dijsselbloem, si direbbe pochetti. E allora, rinfreschiamoci la memoria.

Da Wikipedia:

La metafora è una figura retorica che implica un trasferimento di significato. Si ha quando, al termine che normalmente occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui “essenza” o funzione va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, così, immagini di forte carica espressiva

Sottolineo:«creando immagini di forte carica espressiva». Se, per esempio, scrivo che «Gentiloni è al timone del Governo», tutti capiscono che intendo (purtroppo) che mister camomilla ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio. Nessuno si sognerebbe di credere che Gentiloni stia armeggiando con il timone di una barca chiamata Governo. Scontato? Mica tanto.

Perché la metafora del Presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, non è stata evidentemente capita o, peggio, nemmeno è stata letta.

I giornali hanno titolato che Dijsselbloem avrebbe dichiarato che le nazioni del Sud Europa:

non possono continuare a spendere soldi in donne e alcol e poi chiedere aiuto

Così, per esempio, virgolettava quel genio di Massimo Gramellini, di recente promosso da La Stampa alle colonne del corrierone nazionale. Perché quando sei uno bravo, ti contendono i giornaloni. In realtà, come meritoriamente ci fa sapere Francesco Cancellato su Linkiesta, Jeroen Dijsselbloem non ha mai proferito quelle parole. Ma chiedere a Massimo Gramellini di scomodarsi nel leggere almeno l’intervista, lo ammettiamo, sarebbe troppo. Anche se non era difficile trovarla, dopo un elaborato lavorio di intelligence, anche lui l’avrebbe «scovata» (termine che non uso per indicare che sto togliendo la selvaggina dalla tana, visto che siamo in tema di metafore non capite) banalmente sul sito della Frankfurter Allegemeine Zeitung, la testata che ha pubblicato l’intervista (ma guarda che combinazione!). Eccola qui.

Jeroen Dijsselbloem, dopo essersi dichiarato addirittura disponibile a creare un mega fondo di garanzia per aiutare gli stati in difficoltà (strano, ma non era un cattivone del rigore?), ha utilizzato la seguente metafora:

Io non posso spendere tutti i miei soldi in alcool e donne e poi chiedere aiuto a lei. Questo principio vale a livello personale, locale, nazionale ed anche a livello europeo

Una banale metafora, tra l’altro declinata alla prima persona singolare, cioè se stesso, nemmeno così inelegante come poteva apparire dalle reazioni schifate di mezza Italia.

Ma come si può non essere d’accordo con una cosa di così elementare buon senso? In italia, purtroppo, è arrivato tutt’altro messaggio.

D’altro canto, l’italia è la patria dei gratta e vinci, delle lotterie, del lotto e delle macchinette mangia soldi nei bar. Qui è pieno di gente che mendica aiuti dallo Stato o dal Comune, salvo poi spenderseli nei più stupidi giochetti d’azzardo.

Siamo la patria di Renzi, quello che ha regalato bonus a destra e manca, che ha elargito mance e mancette, mentre lascia i terremotati senza casa. E dopo tutto questo schifo, pensate un po’, si ha pure l’ardire di offendersi se uno ti fa notare che chi chiede aiuto, e non si riferiva nemmeno all’italia, poi non può certo sprecare soldi.

Ma il disastro era compiuto. In un attimo è partita la grande colata bavosa del più becero vittimismo italiota. Sui giornali hanno vomito tutti i generi di lamenti, il cui acne è rappresentato da questo meraviglioso pezzo di Alessio Postiglione su L’Huffingtonpost, che attacca così:

Grazie, caro #Dijsselbloem.

Perché oggi hai fatto provare a tutti gli italiani cosa si provi a essere terroni.

Lungi dall’essersi interessato su cosa avesse davvero dichiarato l’olandese, il guaglione si è lanciato come un ardito nel fiero contrattacco meridionalista. In lui riecheggiava il grido di battaglia:«chiagni e fotti»!

Welcome to Terronia, my beloved Padanian friends! Non sentite quanto suonano simili gli offensivi stereotipi nord europei verso gli italiani spreconi al sole mediterraneo (o padano, poco importa: Milano splende comunque più di Amsterdam) alle vecchie invettive bossiane “old school”? La retorica delle laboriose formiche tedesche contro le prodighe cicale italiane è identica al “discorso foucaultiano” sui napoletani sussidiati per andare al mare. Le immersioni a Posillipo Vs le abluzioni rituali nel Po in quel di Pontida. Le similitudini, in Europa, sono tali che il premio nobel Paul Krugman ha definito i fenomeni di desertificazione industriale prodotti da certe dinamiche innescate dall’Euro, in presenza di paesi che praticano dumping salariale e surplus commerciale come la Germania, “mezzogiornificazione”.

Per fortuna sua e dei suoi «compari», la laboriosità del popolo padano non è per niente retorica, visto che frutta al rapace Governo di Roma ben 100 miliardi di euro ogni anno. Per sfortuna nostra, al contrario, i napoletani sussidiati che vanno al mare sono diverse migliaia. E ci costano cari. Non sono retorica.

E poi arriva il colpo finale, la spiegazione del perché al sud ci sono migliaia di falsi invalidi, perché ci sono decine di migliaia di forestali inutili, perché hanno invaso la penisola di funzionari pubblici che non servono, perché là costano il triplo (quando va bene) tutti i servizi gestiti dal pubblico.

fa dormire sogni tranquilli ai più fortunati e ricchi, espungendo un dato banale: se le risorse sono scarse e sono ridistribuite in modo ineguale, la ricchezza padana/teutonica è la povertà di Mezzogiorni vari.

È solo perché «le risorse sono distribuite in maniera ineguale»! Come abbiamo fatto a non pensarci? Non vedete quanto mare c’è a Milano? Quanto sole? Non sapete che in Pianura Padana si fanno fino a tre raccolti all’anno di verdure, grazie al clima mite? E invece al sud nebbia, freddo e gelo che nemmeno una patata si riesce a zappare dalla terra. E poi, se la natura ha fatto crescere le fabbrichette e le botteghe artigiane solo nel Nord, sarà mica colpa di qualcuno. È tutta fortuna, che ora dobbiamo ripagare al sud.

Sapete qual è la cosa buffa? È che al Nord molti ci credono a queste puttanate. E pagano. Di brutto.