La Nugnes dice che il Nord ha depredato il Sud per 50 anni

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La dissidente grillina questa estate invocava una salvifica invasione di ragazzi africani, oggi sostiene che il Nord vuole mollare il Sud dopo aver sfruttato le sue ricchezze, evocando la caduta del Governo

Sud

L’eccesso di leccornie nelle feste natalizie provoca pesantezza di stomaco e digestioni complicate. Scontato. Quello che non sapevamo è che potesse degenerare anche in effetti allucinogeni. Dev’essere così, almeno leggendo a pagina 11 del Corriere della Sera, dove la dissidente grillina Paola Nugnes si esibisce in una strampalata intervista. La sventurata, da qualche giorno, vive evidentemente in un mondo parallelo, perché non si trovano altre spiegazioni ad affermazioni di questo tipo:

Per 50 anni si sono fatti investimenti al Nord, per farne una forza trainante. E ora, dopo aver sfruttato la nostra ricchezza, ci si vuole sbarazzare di noi

La Senatrice non è nuova a dichiarazioni shock, per non bollarle come totali castronerie. Questa estate, con il Governo e il Ministro Salvini impegnati contro lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, se ne usciva teorizzando i benefici di una invasione africana dell’Italia:

Abbiamo bisogno dell’Africa per attingere ai geni della resistenza e della resilienza. Di un popolo giovane, forte e capace di resistere e di lottare per resistere.

Va bene la simpatia dei napoletani, passi la voglia innata di prendere il giro il prossimo con ironia, ma qui siamo davanti ad un rovesciamento completo della realtà. Basterebbe ricordare a questo simpatico architetto di Pozzuoli, che 50 anni fa, ovvero nel 1968, erano già passati 18 anni dalla creazione della Cassa del Mezzogiorno. Che poi al Nord si sia nel frattempo costruita qualche autostrada, qualche ferrovia, qualche aeroporto, giusto per permettere a noi di lavorare, pagare le tasse e alimentare i bilanci dello Stato, non crederà mica che sia stata una gentile concessione? Anche perché, signora Nugnes, senza almeno quattro strade in croce (che ci paghiamo con i nostri soldi attraverso salati pedaggi), come avremmo fatto ad andare a lavorare per alimentare i fiumi enormi di denaro che per decenni hanno preso la direzione del Sud Italia?

La cosa curiosa sarebbe poi capire quale ricchezza avrebbe depredato il Nord al Sud? Sorvoliamo su quello che vi abbiamo dato in nome dell’unità nazionale, non è questo il luogo. Ma cosa vi abbiamo tolto? Cosa vi avremmo depredato per 50 anni? Subiamo il più grande residuo fiscale territoriale che la storia abbia mai conosciuto (54 miliardi all’anno per la sola Lombardia), roba da rimpiangere quando a governarci c’era Cecco Beppe, e questa qui viene pure a dirci che abbiamo depredato le ricchezze del Sud?

Le ricchezze del Sud, cara Senatrice Nugnes, sono state depredate da politicanti come lei, affezionati al “chiagni e fotti”, pronti ad alimentare le peggiori pulsioni assistenzialiste, quelle che hanno condannato il meridione d’Italia al sottosviluppo. Il vento sta cambiando, forse anche al Sud. Sono sempre di più i giovani che credono che il riscatto non passerà mai attraverso l’idea dell’elemosina di stato, della mancia, del cappello in mano rivolto al Nord. Il riscatto ci sarà liberando energie, lavoro, idee, voglia di fare, accompagnati da una macchina amministrativa guidata da una nuova classe politica. Non la sua, Senatrice Nugnes. L’autonomia fa bene a tutti, farà bene anche a lei.

Una risposta a “La Nugnes dice che il Nord ha depredato il Sud per 50 anni”

  1. Va bene “fare” il politico ma almeno studi meglio la storia, quella sabauda e quella borbonica. Nel 1860 il regno borbonico era più avanzato di quello sabaudo, solo per memoria, la prima ferrovia italiana e la tessitura di San Leucio. Il “banditismo” meridionale era, all’inizio, solo resistenza armata che presto degenerò in Mafia. L’economia meridionale fu depredata dai Savoia, secondo logiche egemoni che non discuto ma che sono fatti, dati storici, mai studiati a scuola per ovvie ragioni ma fatti, non opinioni. Glie lo ricorda uno che ha passato tutta la vita fra Milano e Venezia. Il Mose e scandali relativi, Felice Maniero e camerati del tanko (nemmeno scrivere sanno) non sono mica terroni, eh?