Non salvate vite, le uccidete

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Ancora duecento morti (D U E C E N T O!), immolati sull’altare del politicamente corretto, del “non si può fare altrimenti”. Morti annegati, vita spezzate anche per colpa di chi continua ottusamente a sostenere quel perverso sogno de “l’uno su mille ce la fa”. E questo uno vale ai loro occhi molto di più degli altri novecentonovantanove cadaveri. L’importante è avere una bella storia da raccontare.

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Come il bambino salvato nella valigia che riabbraccia la madre. Che bella storia, quanti articoli, quante parole belle, buone e perfettamente rotonde. Poco importa se quel fatto, narrato come fosse una bella favola, abbia fatto cattiva scuola. Poco importa se solo qualche giorno dopo qualcuno nella valigia c’è morto. Vuoi mettere la bellezza di raccontare un nipote migrante, profugo, che affronta il viaggio spingendo la carrozzina della nonna? Se poi qualcuno ci muore sulla carrozzina? Pazienza, sarà un’altra storia da raccontare. Magari sottovoce.

Duecento poveri cristi annegati, per cosa? Per nulla. Oppure per continuare a far pavoneggiare uno come Matteo Renzi, che al Meeting si è messo a fare il fenomeno gridando dal palco, con il suo solito tono enfatico che ormai da alla nausea a tutti. Ha sparato il solito chilo di banalità. Parole belle, buone e perfettamente rotonde:

Non cederemo mai al messaggio di chi vuol fare diventare l’Italia la terra della paura: possiamo anche perdere tre voti, ma non cederemo al provincialismo. Non è buonismo ma umanità: noi prima salviamo le vite

Loro salvano le vite. Avete capito? Sì, proprio voi che state galleggiando sul pelo dell’acqua, privi di vita, avete capito? Renzi salva le vite. Strano modo di salvarle le vite.

A dirci che c’è qualcosa che non va sono anche i numeri. Nel 2014 sono periti in mare 3.300 disgraziati, quest’anno abbiamo già raggiunto 2.300 cadaveri ammassati negli abissi delle acque. Non serve un genio per capire che i morti stanno aumentando.

Non c’è limite al peggio. Oggi la situazione si sta aggravando, il fenomeno dei barconi registra una nuova svolta, una recrudescenza. I duecento poveracci di oggi sono morti a circa un chilometro dalla costa Libica, appena lasciato il porto di Zuara. Questo significa che il mercato criminale dei trafficanti di uomini è stato lasciato libero di espandersi, di spingersi oltre ogni limite. Criminali incalliti hanno ormai compreso che basta prendere due assi di legno, riempirle di donne, uomini e bambini, farsi pagare e buttarli in mare. Poi tanto arriva l’Italia a prenderli. E se poi non arriva in tempo? Crepano e Amen. Tanto han già pagato.

Può uno Stato essere complice di questo sistema? Può lo Stato continuare a tenere la testa sotto la sabbia nascondendo un fatto eclatante nella sua banalità? Ovvero che le vite umane si salvano solo evitando che i barconi partano. Molto semplice. È difficile riuscirci. Vero.

Il fatto però che sia difficile farlo non può essere una scusa per non provarci nemmeno. Il fatto che probabilmente sia molto difficile, arduo o quasi impossibile azzerare del tutto gli sbarchi, non è certo un motivo plausibile per non far nulla per evitare che partano a migliaia.

Per esempio: i ladri esistono da quanto l’uomo è comparso sulla terra, quindi sarà presumibilmente impossibile in futuro eliminare tutti ladri e i delinquenti del mondo. Questo fatto incontestabile, non ha però mai convinto nessuno che sia intelligente non fare nulla per perseguire furti, rapine e omicidi.

Altri duecento morti, per Dio! Quanti morti volete ancora per intervenire? Per smetterla con le vostre belle storie, le vostre parole belle, buone e rotonde?

La Libia è nel caos ci dicono. In Libia non esiste nessuna autorità. Certo la situazione è assai complicata, ma oggi scopriamo con stupore che in Libia pattuglia la guardia costiera libica. Forse significa che una qualche autorità in Libia c’è e sarebbe il caso di muoversi per obbligarli a cooperare. Sarebbe comunque il caso di fare qualcosa di diverso dall’agevolare questa carneficina. O dobbiamo continuare a far morire gente per raccontare storie?

Una risposta a “Non salvate vite, le uccidete”

  1. Cio Andrea
    apprezzo e condivio il tuo messaggio se mi permetti vorrei aggiunegere un paio di cose :
    è assurdo e incredible che nel 2015 sia consentito a centinaia di persone di morire in quel modo, l’altro giorno addirittura schiacciati nele stive.
    Sembra di ssere tornati indieto di qualche centinaio d’anni, quando si poravan gli schivi x il mondo e morvano come fossero topi.
    se è vero che oggi in Africa ci sono delle guerre è anche vero che tai pasi Afrcani non lo sno. Li è possibile filtrare e controllare . li saebbe più semplice cstrure campi per ospitare e veificare chi ha diritto ad avere l’asilo e chi no.
    Possibile che oggi l’inteligens , servizzi segreti dei paesi Euopei non sono in grado di indvduare chi orgaizza e trasporta i nuovi schiavi ?possibile he non li si possa eliminare ?
    In questi mesi Cameron dimostra che s si vuole difendere la popria gente lo si puo fare, e non si venga a dire che lIngthilterra è un paese razzista o non civile.
    Ormai penso sia chiaroa tutti che questo esodo avvien perchè tante persone occidentali hanno da guadagnare. saràtriste ammetterlo ma……….
    Ciao Alessio