Misinto: paura dei «profughi», ma non si può dire

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A Misinto, pacifica località della Brianza, c’è un preoccupante caso di sdoppiamento di personalità. La vittima un giovane assessore comunale.

MEME_MISINTO

Probabilmente è stato provocato dal crescente senso di disorientamento che sovente colpisce alcuni amministratori «progressisti» – come amano essere definiti – presi in mezzo tra l’inconfessabile volontà di non trovarsi tra i piedi nessun clandestino profugo e l’obbligo «morale» di manifestarsi come aperti sempre e comunque alla presunta accoglienza. È normale che non tutti reggano questa complessa situazione psicologica, soprattutto i meno esperti e scafati, non riuscendo ad assorbire lo stress dal dover essere fino in fondo fedeli alla tradizionale ipocrisia che da sempre caratterizza la sinistra. Succede allora che qualcuno faccia «tilt», arrivando a smentire se stesso, coprendosi così di ridicolo.

Tutto ebbe inizio con le note telefonate agostane partita dalla Prefettura di Monza, in cui si chiedeva la disponibilità di luoghi o aree pubbliche per ospitare un centro di accoglienza clandestini profughi. Il Comune di Lazzate, contattato il 25 agosto, denunciava subito pubblicamente l’accaduto con un comunicato stampa ufficiale. Noi a Lazzate siamo fatti così, ci piace coinvolgere i cittadini, nella consapevolezza che il Municipio sia la casa di tutti, non solo di chi la occupa temporaneamente, anche se siamo in continuità amministrativa da 22 anni. Questo è il nostro stile: trasparenza. Beninteso, non obblighiamo certo nessuno a seguirci, tantomeno l’Amministrazione di Misinto. Ognuno agisca come meglio crede, s’intende.

Peccato che solo qualche giorno dopo, il 3 settembre, evidentemente in difficoltà a fronteggiare l’opinione pubblica locale, il gruppo di maggioranza di Misinto pubblicava questo post velenoso, con una critica esplicita rispetto alla nostra decisione di informare prontamente i cittadini:

Di fronte all’ennesima polemica vergognosamente montata dall’opposizione, precisiamo che, come riferito anche a chi ci…

Postato da Insieme per Misinto il Giovedì 3 settembre 2015

Nonostante questa uscita gratuita e senza senso, nessuno da Lazzate si è minimamente sognato di mettere il becco nelle vicende misintesi. Passa un mese, e ad ottobre esce il tradizionale bollettino rosso, «La Ringhera», organo ufficiale delle forze «progressiste» di Lazzate e Misinto. Quel periodico a cui dobbiamo parte delle nostre fortune politiche. All’interno, a pag. 7, viene pubblicato un pezzo dal titolo:»

Emergenza immigrazione, la posizione di Misinto” a firma di Alessandro Basilico, Assessore all’istruzione del Comune di Misinto. Per una seconda volta, nonostante nessuno da Lazzate si sia sognato di criticare l’amministrazione di Misinto, parte un peana contro la reazione di Lazzate e in generale dei nostri cittadini:

Diversa la reazione a Lazzate: manifestazioni pubbliche, partecipazione a programmi televisivi, consultazioni popolari. Reale volontà di aprire una discussione sul tema o desiderio di qualche politico locale di acquisire visibilità? Ciascuno può farsi la propria idea

ringhera

Effettivamente ciascuno può farsi la propria idea. Trovo difficile – anzi assurdo – che qualcuno possa pensare che il «politico locale» sia stato così abile e bravo da convincere la Prefettura a far chiamare tutti i comuni, per poi creare un caso mediatico. Pensarlo è semplicemente ridicolo. Lo “stress” aveva evidentemente già superato il limite di guardia, iniziando a giocare brutti scherzi. Aggiungeteci poi un pizzico d’invidia per il tanto vituperato «politico locale», ed ecco spiegato il perché dell’intemerata. Di fronte a questo ennesimo attacco gratuito, addirittura contro i miei concittadini, che calpesta pure il livello minimo di rispetto con cui due istituzioni vicine dovrebbero confrontarsi, ho deciso di rispondere con poche righe di chiarezza. L’ho fatto attraverso la mia settimanale rubrica che firmo su «La Settimana di Saronno», un periodico locale. Ho ricordato come la nostra posizione di contrarietà ad ogni ipotesi di centro accoglienza profughi, sia sempre stata chiara e trasparente. Noi diciamo no, perché non condividiamo questo sistema che ha trasformato l’accoglienza in un business da qualche miliardo di euro, il tutto sulla pelle di povera gente. A Misinto invece ci si è nascosti dietro la presunta indisponibilità di aree, quasi fingendo il rammarico di non poter rispondere al loro forte, fortissimo desiderio di accoglienza. Così forte che non accolgono nessuno. Qui parliamo di Misinto, ma potrei elencare centinaia di amministrazioni di sinistra, che con identica ipocrisia fingono di essere accoglienti, ma poi di clandestini profughi a casa loro non ne vogliono nemmeno sentir parlare.

Proprio perché a me l’ipocrisia non piace, ho lanciato allora una provocazione (che non è né un consiglio né un augurio): a Misinto ogni anno organizzano una riuscitissima e famosissima Festa della Birra in un’area recintata, dotata di impianto di luce, gas ed acqua. A me risulta esserci pure lo scarico fognario, se proprio vogliamo essere pignoli. Non vi sembra forse questo un luogo che risponda alla generica richiesta della Prefettura di indicare «aree attrezzabili per installare le tende per i profughi?». Innegabile. Ma la verità è che a Misinto, come a Lazzate, di clandestini profughi non ne vogliono certo accogliere, ma di ammetterlo non se ne parla.

Lanciata questa provocazione, dopo una settimana arriva l’incredibile risposta dell’Assessore Alessandro Basilico. O forse del suo gemello, quello «autarchico». Dopo aver messo lui il becco nelle faccende lazzatesi, dopo aver criticato l’amministrazione comunale e addirittura tutti i cittadini di Lazzate, senza peraltro nessun valido motivo, ecco la sua risposta:

(Monti) Si dedichi a Lazzate, lasci Misinto ai misintesi

settimana

Rimane da capire ora quale sia il vero assessore Alessandro Basilico, quello «espansionista» che azzarda polemiche e critiche ai cittadini di Lazzate, oppure il suo gemello fieramente «indipendentista» che non accetta intromissioni altrui? Nell’attesa di risolvere questo enigma – sui cui dormirò come voi sonni tranquilli – è interessante leggere le sue motivazioni sulla presunta non idoneità dell’area da me provocatoriamente indicata:

L’area dove a luglio si fa la festa della birra fa parte del complesso delle scuole elementari e per la gran parte dell’anno è al servizio degli alunni e del personale scolastico

Il fatto che l’area faccia parte del complesso delle scuole elementari rappresenta forse un problema? Come mai? Non vorrà mica l’Assessore Basilico alimentare le becere fobie di qualche cittadino rispetto al «diverso»? Alle malattie? Magari alla scabbia? Alla tubercolosi? Siamo sicuri che non sia questo il caso e che non vi sia per loro nessun problema di promiscuità delle due strutture. Rimane la questione dell’impossibilità assoluta per il personale scolastico di privarsi di quell’area (ammettiamo che si vero) nei mesi di apertura della scuola. Mi domando: si è quindi provveduto a segnalare alla Prefettura che durante l’estate l’area sarebbe idonea e l’amministrazione felice (felicissima!!!) e pronta (prontissima!!!) ad ospitare clandestini profughi? Perché è risaputo da tutti che è proprio nei mesi di luglio e a agosto che si raggiunge il picco massimo di arrivi, con le conseguenti esigenze straordinarie e temporanee di strutture e aree per l’ospitalità. Mi pare però di capire che Misinto si è ben guardata dall’offrire quella, come altre aree; perché alla fine l’amministrazione progressista di Misinto condivide la nostra stessa contrarietà a questo modello di presunta ospitalità. La condivide perlomeno nei fatti, al di là delle parole, che in fin dei conti servono a poco. Solo che evidentemente tutto questo non lo possono o non lo vogliono dire, impegnati come sono ad apparire accoglienti, pronti come sono ad additare gli altri come «mostri» o «bestie», per dirla alla Renzi. Questione di stile, questione di trasparenza e questione di coerenza. Si faccia però almeno pace con se stessi.