Il giallo della Milano-Meda, la strada saponetta

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Milano-Meda: presentata interrogazione urgente in Provincia, con la richiesta di intervento immediato per fermare le continue ed innumerevoli uscite di strada. L’asfalto usurato ha perso grip, intervenire subito con segnalatori luminosi.

Milano-meda
Foto scattata da Luca Perotta

Milano-Meda, è percorsa da decine di migliaia di automobilisti al giorno, i più di loro in perenne incazzatura, altri ormai rassegnati. La superstrada è l’incubo dei molti pendolari che, quotidianamente, sono obbligati ad infilarsi in questo inferno viabilistico. Fino a qualche settimana fa a spaventare era solo la possibilità, divenuta ormai certezza, di ritrovarsi a percorrere quella manciata di chilometri che ti separano da Milano a passo d’uomo.

[su_highlight background=”#f9fe3c”]Il rischio di sbandate improvvise[/su_highlight]

Ora incombe un altro pesante rischio, quello di poter perdere inaspettatamente il controllo della propria vettura, uscire fuori strada o peggio ribaltarsi in rovinosi cappotamenti. Così come puntualmente registrato sul gruppo Milano-medaFacebook “La Milano Meda“, la sequenza di incidenti registrati nelle ultime ore è drammatica, ormai non si contano più, alcuni davvero spettacolari. Ieri, martedì 22 novembre, una paurosa uscita di strada alle ore 12, all’altezza del curvone di Meda, direzione Como. Poi un’altra carambola nel pomeriggio, curve di Lentate in direzione Milano,con cinque veicoli coinvolti. In tarda serata, ancora in direzione Milano, addirittura una doppia carambola, sempre nel tratto tra le curve di Lentate e quella di Meda. E da giorni il bollettino è ormai simile, con una sequenza di uscite di strada davvero sospetta. Persino Albertino, voce nota della popolare Radio Deejay, ha raccontato della disavventura capitata ad un’amica collega, proprio ieri sulla Milano Meda, vittima anche lei di una improvvisa uscita di strada, conclusasi poi con una «gita» al pronto soccorso.

Un scia così lunga di rovinose uscite di strada, come mai si erano registrate in passato, non può essere imputata semplicemente ad imperizia, disattenzione o all’elevata velocità. Certo queste possono essere delle concause, ma è evidente che il fondo stradale, perlomeno nei giorni di pioggia, abbia una scarsissima aderenza, tanto che ogni automobilista che ci sia passato ha potuto notare, proprio in prossimità delle curve, uno strano effetto scivolamento. Insomma, la Milano Meda, soprattutto nel tratto ricompreso tra Lentate e Meda, è diventata una saponetta.

[su_highlight background=”#f9fe3c”]Quale mistero si cela dietro a questi episodi?[/su_highlight]

Ma cosa può essere accaduto? Qual è il mistero che si nasconde dietro a questa sequenza di uscite di strada? Scartata l’ipotesi che, all’improvviso, gli automobilisti siano diventati tutti «imbranati», ho provato a chiacchierare con qualche esperto di «asfalti», per trovare una soluzione all’enigma. La prima causa, com’era Milano-medafacilmente prevedibile, sarebbe la scarsa manutenzione. Il manto bituminoso è composta da una miriade di piccoli sassi, questi appena stesi mostrano tutte le loro naturali spigolature. Questi singoli spigoli, nell’insieme dell’impasto bituminoso, donano «grip» al fondo, agevolando la tenuta di strada del pneumatico. Con il passare del tempo, gli agenti atmosferici e migliaia di veicoli che strisciano su questi sassi, ogni singolo spigolo subisce un naturale effetto levigamento, tendendo ad arrotondarsi. Tutto ciò da una parte aumenta il comfort di guida, con un asfalto che risulta più liscio (laddove non sia però bucato, cosa frequente con il passare del tempo), dall’altra riduce però drasticamente la tenuta di strada. Questa riduzione di aderenza, soprattutto in corrispondenza di curve percorse a velocità importanti, può facilmente provocare la classica perdita di aderenza.

[su_highlight background=”#f9fe3c”]L’asfalto drenante ammalorato peggiora la situazione?[/su_highlight]

C’è poi un altro aspetto che potrebbe aggiungersi alla normale usura, almeno in parte di quel tratto di Milano Meda. L’asfalto steso anni fa dovrebbe essere di tipo «drenante», ovvero una tipologia di asfalto che, grazie ad alcune fessurazioni spugnose tra la ghiaia, riesce ad assorbire l’acqua che altrimenti rimarrebbe in superficie, aumentando visibilità e aderenza in caso di pioggia battente. Almeno fino a quando il manto stradale è in piena efficienza. Il problema, se fosse confermata questa caratteristica, potrebbe manifestarsi dopo anni di mancata manutenzione. Queste parti porose, con la sedimentazione di sporco e detriti nel tempo, si potrebbero essere riempite, risultando di fatto occluse. Ciò potrebbe aver determinato l’azzeramento della proprietà drenante e, in occasione delle piogge, questo sporco e questi detriti potrebbero essere rilasciati sul manto stradale, aumentando la scivolosità già determinata dalla naturale usura del manto. Tutto ciò si traduce in clamorose sbandate, con qualche «spaghetto» per gli automobilisti se va bene, carambole e botti con finale in ospedale quando va male.

Queste sono naturalmente solo «ipotesi», seppur elaborate con l’ausilio di esperti ed ingegnerei. Certo, il dato di fatto è innegabile: la strada non è sicura e bisogna intervenire subito.

[su_highlight background=”#f9fe3c”]Cosa fare per risolvere la situazione?[/su_highlight]

Credo sia necessario intervenire su due fronti: il primo con un intervento di tipo emergenziale, il secondo più Milano-medastrutturale. È necessario che la Provincia di Monza e Brianza, proprietaria della strada, si adoperi immediatamente per segnalare in maniera evidente, soprattutto nelle giornate di pioggia, la pericolosità di quel tratto stradale agli automobilisti. Come? Si potrebbe piazzare, ogni volta che comincia a cadere la pioggia, un furgone dotato di display luminoso in prossimità del tratto incriminato, dove si invita a rallentare a causa della scarsa aderenza. In questo modo, si spera, si potrà bloccare la serie infinita di carambole che sta interessando la superstrada. Questo, a mio avviso, va fatto immediatamente, prima che ci scappi il morto.

In una seconda fase, che richiederà naturalmente tempi e sforzi maggiori, si dovrà procedere con una verifica del manto stradale, per capire se le ipotesi che ho avanzato possano trovare riscontro, per poi procedere ad un totale rifacimento dei tratti interessati.

Queste richieste, data l’urgenza che la situazione richiede, sono oggetto di una mia interrogazione al Presidente della Provincia, che ho provveduto a protocollare e depositare oggi stesso. Speriamo in una risposta ed intervento celeri. Nel frattempo, chi lo volesse, può contattarmi o scrivermi per raccontare le proprie disavventure sulla Milano Meda, oppure semplicemente per dire la propria.

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Testo interrogazione