L’ufficio stampa di BEA replica all’Huffingtonpost dopo 3 mesi, ed etichetta un socio (Desio) come “la controparte”. Surrealismo o pressappochismo?

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Torno a parlare di BEA e di forno inceneritore di Desio, e lo spunto arriva da una curiosa replica, a tratti divertente nella sua dimensione surreale, dell’Ufficio Stampa (squillo di trombe) di BEA stessa; il destinatario è l’autoredi un editoriale apparso sull’Huffingtonpost dello scorso 15 novembre 2013, e di cui ne avevo già dato notizia qui. Potrei fare della facile ironia su un ufficio stampa (squillo di trombe) che si accorge di dover fare una rettifica con quasi tre mesi di distanza, ma eviterò per non infierire; mi limito a consigliare, magari, di dotarsi di un buon abbonamento di rassegna stampa.

Non posso però esimermi dal sottolineare come il suddetto Ufficio Stampa (squillo di trombe), nella puntuta risposta vergata dopo ampia riflessione (e possibilità di documentarsi), arrivi a definire il Sindaco, quindi il Comune, di Desio come “la controparte”. Voglio essere buono, e pensare che si tratti solo di una mancanza di tatto e rispetto istituzionale che andrebbe dovuto. Altrimenti, ad essere cattivo, dovrei pensare che il sig. Ufficio Stampa (squillo di trombe) non sappia che il Comune di Desio più che “la controparte” è piuttosto socio di quell’azienda, BEA S.p.a., che giusto appunto paga lo stipendio al sig. Ufficio Stampa (squillo di trombe).

 

Se avesse avuto la compiacenza di contattare anche noi, oltre che la controparte, a Stefano Paolo Giussani avremmo spiegato volentieri che l’impianto di Desio non è assolutamente sottoutilizzato come qualcuno va dicendo, e anzi al momento sta lavorando al 100% della sua capacità produttiva.

 

E qui finisce la parte divertente.

Nella replica, come legittimo, BEA difende la bontà del piano industriale appena votato dall’Assemblea, controbattendo alla critica di chi sostiene che non sarebbe stato necessario aumentare la capacità di un forno inceneritore, con una linea di difesa che non può certo farci stare tranquilli; in buona sostanza BEA ci dice che si, è vero, i rifiuti diminuiranno, ma BEA continuerà a bruciare a tutta birra e a manetta perché infilerà nel forno, in sostituzione dei rifiuti urbani che caleranno, fanghi di depurazione civile, rifiuti speciali e rifiuti di origine sanitaria. Quindi, tranquilli cittadini di Desio e della Brianza, qualcosa da bruciare la troveremo comunque. Quello che forse sfugge, o si fa finta di non capire, è che il forno di BEA nacque per risolvere un’esigenza della collettività, e non al contrario per tenere in piedi e far fare del business ad un’azienda, per di più pubblica. In buona sostanza, la necessità della collettività, degli enti pubblici, non è certo aumentare i fatturati di aziende, seppur pubbliche, perché se qualcuno vuol giocare a fare il capitano d’impresa, sta bene, ma lo faccia con i propri capitali. Sostenere che comunque vada, qualcosa da bruciare lo si raccatta da qualche parte, trovo sia una dichiarazione che non risponda certo alle legittime logiche di programmazione, su un tema così delicato come il ciclo dei rifiuti, a cui dovrebbero rispondere gli enti locali. E il tentativo, maldestro, di giustificare la presenza dell’inceneritore di Desio come valore aggiunto rispetto alla tutela e salvaguardia dell’ambiente, del verde e addirittura delle potenzialità turistiche in chiave Expo, mi sembra davvero troppo, anche per chi, di professione, è chiamato a dire che va sempre tutto bene madama la marchesa.

Le novità su BEA, però, non finiscono qui. Il piano industriale, approvato con una risicatissima maggioranza, comincia a perdere appoggi determinanti; in una recente e movimentata assemblea pubblica, Limbiate, attraverso il suo Sindaco, e Seveso attraverso le parole di un Assessore, hanno criticato ilp iano, e di fatto ritirato la propria condivisione, evidentemente non troppo convinta, al potenziamo del forno. Quindi, politicamente, oggi il piano non gode dell’appoggio della maggioranza dei soci. Nonostante questo però, il Sindaco Gigi Ponti, tira dritto, infischiandosene; lo scorso lunedì, durante un Consiglio ad hoc sulla questione rifiuti, ha detto più volte che BEA gode di ottima salute. Ottima salute di BEA, ma personalmente mi preoccuperei più della salute dei cittadini, piuttosto che dei bilanci di una società. E nel frattempo si infrangono i sogni della tanto agognata fusione tra BEA e Gelsia, quell’operazione che avrebbe garantito i rifiuti necessari per far garantire il pieno regime del forno. Per quanto si continuerà a far finta di niente? La maggioranza su quel piano non c’è più, il progetto di fusione non c’è più. Perché ci si ostina a battere una strada che rischia di infilare tutti in un vicolo cieco? Sindaci del PD, battete un colpo…