La provincia è in default ma un trucco la salva, forse

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Il Consiglio da mandato al Presidente per attuare una manovra “spericolata”, non prevista dalle norma, per evitare il dissesto. Devono nascondere con l’inganno contabile  il disastro del PD e di Renzi. Valutiamo un esposto alla Corte dei Conti.

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Non c’è proprio mai limite alla fantasia, e nemmeno al peggio, purtroppo. La mossa a tenaglia dell’azione governativa, tra la legge di ri(dis)ordino delle province portata avanti da Del(i)rio e l’azzeramento delle risorse delle ultime manovre finanziarie, ha posto gran parte delle province in una situazione di pre default. La nostra provincia, martoriata come nessun’altra dai tagli dello stato centrale, si è vista rapinare l’’87,55% di risorse proprie (IPT e addizionale RC Auto). Ciò ha determinato l’impossibilità fino ad oggi di approvare il bilancio preventivo 2016. I conti non quadrano, il dissesto pare inevitabile. Una situazione curiosa, quasi kafkiana, visto che non si tratta di un dissesto frutto di una cattiva gestione contabile o amministrativa, oppure di una mancata riduzione di spese, che invece è stata drasticamente attuata, né tantomeno causata dall’inconsistenza di entrate previste, che sono invece arrivate regolarmente. Cioè i contribuenti brianzoli hanno pagato le tasse, puntualmente. Il dissesto è causato proprio dall’azione governativa, perché Roma si è portata via tutto il bottino lasciandoci in mutande. Ed è curioso come sarebbe Roma, in caso di dissesto, a dover porre rimedio ai propri danni, intervenendo con una gestione commissariale. Un grosso pasticcio che ha un colpevole noto: Matteo Renzi e la sua scellerata azione governativa. Ma questo, per qualcuno, non si può far sapere.

Ieri infatti, come anticipavo in premessa, il colpo di scena: il Presidente Ponti si gioca la carta della «finanza creativa», il trucchetto contabile per evitare che il disastro causato dal PD ai danni dei cittadini brianzoli diventi chiaro e noto a tutti. Prima di firmare il decreto presidenziale con cui si approvano gli schemi di bilancio, che andranno poi trasmessi al Consiglio Provinciale e all’Assemblea dei Sindaci, porta in approvazione del Consiglio una curiosa delibera di presa d’atto, in cui si nasconde tra le righe uno spericolato mandato politico per la stesura del bilancio 2016. Per fare cosa? Non è facile da spiegare, essendo la questione molto tecnica, possiamo però semplificarla così: la Provincia ha deciso di non costruire più il polo scolastico di Brugherio, continua però a mantenere i mutui accesi tempo fa per realizzarlo, spostandoli su un’altra opera, la Metrotranvia Milano-Seregno. Grazie a questa operazione di «spostamento», nel consuntivo 2016 che andrà in approvazione nel 2017, si genererà un avanzo di oltre 5 milioni d euro. Anticipando questa previsione, contro ogni elementare logica contabile, la Provincia decide di utilizzare questo avanzo già nel bilancio di previsione 2016, nonostante l’avanzo si costituirà solo con l’approvazione del consuntivo 2016, cioè l’anno prossimo! Un trucco contabile che non trova riscontro in nessuna norma, nemmeno tra quelle contabilmente più strampalate che il governo ha approvato nell’ultimo anno per evitare il dissesto delle province (tipo poter utilizzare gli avanzi per coprire spese correnti). Qui invece siamo oltre ad ogni logica, non solo contabile, siamo nel campo delle cose non previste dalla norma. Cioè che non sarebbero possibili. Quarant’anni dopo il ’68 siamo arrivati alla fantasia al potere. Solo nei bilanci però. La cosa incredibile, ma ormai dobbiamo aggiornare la nostra scala di meraviglia, è che nel testo della delibera si ammette candidamente che ciò non è previsto dalle norme:

pur determinando in ogni caso un’anticipazione della componente dell’avanzo destinato […] non prevista dalla normativa giuscontabile,

Avete letto bene? «non prevista dalla normativa giuscontabile». E con buona pace del vice presidente, che in aula ha fatto intendere che sarebbe permesso tutto ciò che non è vietato esplicitamente dalle norme, vale in verità il contrario: non puoi inventarti un’operazione contabile che non è prevista. Altrimenti sarebbe il caos nei bilanci.

L’operazione, ammette la maggioranza, è assolutamente «atipica» e «al limite», ma serve per scongiurare il dissesto, che sarebbe uno scenario peggiore. Scenario peggiore? Ma per chi, ci domandiamo? Forse per chi guida la provincia? Cioè Gigi Ponti che non vuole rischiare il suo futuro politico, magari inciampando nelle sanzioni che colpirebbero gli amministratori colpevoli di aver posto in dissesto un ente? Dobbiamo garantirgli la possibilità di essere ancora candidabile? Oppure sarebbe lo scenario peggiore per il Partito Democratico brianzolo, che non potrebbe più nascondere ai cittadini il fallimento dell’azione politica del suo Governo? Proprio a ridosso della scadenza referendaria? Perché dovrebbero ammettere che la provincia più produttiva d’Italia, dove si pagano montagne di tasse, è stata posta in default a causa delle criminali manovre di Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico? Invece meglio tacere, mettere lo sporco sotto il tappeto, fare di tutto per proteggere Roma e il gran capo del partito.

Una cosa è certa: il trucchetto non fa gli interessi dei cittadini, che avrebbero diritto a conoscere la realtà, che non gli venisse nascosta da un Presidente troppo pavido, troppo silente, troppo succube della propria appartenenza politica. Il dissesto c’è nei numeri, è responsabilità del Governo, qualsiasi trucchetto contabile non può cancellare questa realtà, può solo nasconderla.

Per questo motivo, soprattutto per difendere l’interesse dei cittadini della Provincia di Monza, valuteremo in questo giorni l’opportunità di inviare un esposto alla Corte dei Conti. Non staremo in silenzio. Non si può giocare sulla pelle dei cittadini per difendere la propria bandiera, il proprio partito e tantomeno le proprie cadreghe future. I cittadini devono sapere, e noi faremo di tutto perché ciò accada.

Senza mancare di denunciare l’anomalia dell’iter scelto, con un Consiglio chiamato ad approvare un indirizzo politico per compiere una scelta non prevista dalla norma, mascherato però sotto la forma di una «presa d’atto». Un inganno pure questo. Purtroppo però la maggioranza dei Consiglieri di maggioranza si limita alla presenza: non partecipa alla discussione, non prende parola, si limita ad alzare la mano a comando. Nemmeno il consgliere delegato al Bilancio, quello che dovrebbe fare le veci del fu assessore, si è degnata di dirci due parole. Nulla. Nemmeno il Sindaco Scanagatti, che pur di esperienza da Assessore al Bilancio ne avrebbe da spendere. Tra chi sapeva c’era imbarazzo e silenzio, tra chi non sapeva solo sbadigli. Un imbarazzo che traspare anche dai numeri: la delibera è stata approvata da soli 8 consiglieri, addirittura sotto il numero legale, e «stranamente» il Presidente Ponti non ha votato.

Nel momento della votazione, in assenza del Presidente della Provincia, presiede il Vice Presidente Roberto Invernizzi

A pensar male si fa peccato, ma magari conoscendo meglio di altri le possibili conseguenze, ha pensato bene di non essere presente al voto. Non si sa mai. Ce n’è abbastanza per credere che la storia non finirà qui.

 

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Testo della delibera