La mascotte di nome Guagliò, un insulto di Expo alla cultura meneghina

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Quando Giuseppe Sala è stato nominato Commissario Unico di Expo 2015, tra i suoi super poteri non credevo si annoverasse anche quello di umiliare, offendere e mortificare la cultura di una città, Milano, già vilipesa e derisa da una lunga e continua campagna di annientamento culturale di tutto ciò che è meneghino. Evidentemente mi sbagliavo, perché anche questo è uno dei poteri del Commissario di Expo.

Non si spiegherebbe, altrimenti, perché abbia deciso di annunciare in anticipo un solo nome delle mascotte di Expo, davanti alla stampa accorsa per la presentazione della BIT 2014, e il nome è “Guagliò”, un termine che io fatico persino a pronunciare, arrivando da una lingua che non pratico e non conosco; il napoletano. È evidente che si cercava l’umiliazione pubblica ad una città che con fatica, impegno e tante tasse dei propri contribuenti, ha lottato per ottenere l’agognata organizzazione dell’esposizione universale. Ed ecco la beffa, tiè Milan, pigliati il nome napulè! Insomma, si cercava la provocazione, ed è stata trovata.
E non si spiega nemmeno perché, come ha spiegato lo stesso Commissario, il concorso per decidere i nomi della mascotte di un evento milanese, debba essere partecipato da studenti che arrivano da tutta Italia? A questo punto, se proprio non si vuole connotare di milanesità un evento milanese, mi chiedo perché non si sia aperto a tutti gli studenti, se non del mondo, perlomeno d’Europa; sicuramente ci saremmo risparmiati questa cafonata del “Guagliò”.
Insomma, una brutto pasticcio, un’offesa che va al di là di una questione legata ad un semplice nomignolo di una mascotte.
Questo rimane comunque un gesto di arroganza e un insulto intollerabile, ma non è altro, in fondo, che un segnale di una gestione che in questi mesi non è stata in grado di coinvolgere, come si dovrebbe, i territori e gli Enti Locali; un atteggiamento di chiusura, isolamento e verticismo che rischia addirittura di ridurre gli obiettivi di Expo, da quella che doveva essere un’opportunità di crescita e sviluppo di tutti, all’obiettivo minimo di far quadrare i conti di una macchina organizzativa spaventata, e ne ha motivi, dal rischio flop. Il grande rischio, però, è che il nostro territorio finisca per subire l’Expo, piuttosto che esserne protagonista, come testimonia la scelta di allungare gli orari di chiusura di Expo, con addirittura un biglietto ridotto serale; una scelta, quest’ultima, che ha l’unico obiettivo di aumentare il fatturato, mortificando le sperate ricadute sugli eventi “Fuori Salone”. Una piastra aperta fino alle ore 24, capace di fornire quotidianamente spettacoli di respiro internazionale, il tutto con pochi euro di ticket; si delinea una concorrenza insostenibile per Milano e la Brianza. Ed ecco adesso arrivare il pasticcio del nome, che io poi non riesco nemmeno a pronunciare, forse dovrei andare a scuola di Napoletano in vista di Expo? Pensavo fossero altre le lingue su cui dovessimo prepararci, non lo slang dei Quartieri Spagnoli e dei Campi Flegrei.

9 risposte a “La mascotte di nome Guagliò, un insulto di Expo alla cultura meneghina”

  1. MARONI: BATTI UN COLPO , SE CI SEI. PERCHE’ , SE E’ VERO IL “GUAGLIO’”. MI HAI DELUSO PYRE TU.! ……

  2. Sig. Monti lei dimentica la cosa più importante: la fiera Expo NON è un “evento milanese”, ma come sostenuto da Letta più volte (io non gli credo, ma tant’è) un’occasione per rilanciare l’intera economia italiana. Cosi facendo parrebbe soffrire di provincialismo, essendo la LINGUA Napoletana una lingua appunto, peraltro riconosciuta dall’Uncesco. Non mi sembra che lo slang (quello si!) meneghino possa vantare la stessa importanza culturale. Se ne faccia una ragione: all’estero l’italia è Napoli: è pizza, mare, musica. Lo dimostrano le pubblicità e i loghi dei vari prodotti nordici, a partire dal panettone “Sorrento”. All’estero “Guaglio’” è più conosciuto di “sciura”. Se ne faccia una ragione. E se proprio è cosi ignorante da non capirlo, faccia in modo che quest’Italia cambi! la prossima volta l’Expo al Sud (con tutti i soldi che in questi anni vi state mangiando…. a proposito la kermesse “meneghina” viene fatta con i soldi pubblici, di TUTTI i contribuenti italiani mentre vi possono partecipare aziende con non più di 350 km di distanza…. tutto giusto vero?? eh già l’importante è Guaglio’…) e il nome lo scegliete voi ok??? Stia attento però perchè se il nome lo facessimo scegliere agli studenti dell’hinterland milanese, facilmente potrebbe uscirne fuori lo stesso risultato, se non un bel “Cumpari”. Ce verimm’ Guaglio’!!!

    1. Tanzi, forse IGNORI (da cui il termine IGNORANTE che hai usato) che il lombardo occidentale (milanese) è una lingua, riconosciuta come “lingua minoritaria” europea dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d’Europa) e inoltre censita dall’UNESCO nel Libro Rosso sulle Lingue in pericolo, redatto dal professor Tapani Salminen dell’Università di Helsinki. Qualunque linguista può confermare che la lingua lombarda è tipologicamente più distante dall’italiano di quanto il catalano lo sia dallo spagnolo, eppure – a differenza di quanto avviene da noi – nella penisola iberica nessuno mette in dubbio che il catalano abbia il rango di lingua o si azzarda anche solo lontanamente a degradarlo a dialetto!

      “Se ne faccia una ragione: all’estero l’italia è Napoli: è pizza, mare, musica.”
      Ecco, appunto, spieghi dov’è il mare in Lombardia. NOI NON SIAMO QUELLA COSA CHE TU CHIAMI ITALIA

      “la kermesse “meneghina” viene fatta con i soldi pubblici, di TUTTI i contribuenti italiani”.
      No scusa, adesso vuoi venire a fare il conto dei soldi che da nord vanno a sud rispetto al viceversa? Ue Tanzi, LA LOMBARDIA HA UN RESIDUO FISCALE ANNUO DI 55 MILIARDI!!! NON DICIAMO PUTTANATE PER FAVORE!!

      “Stia attento però perchè se il nome lo facessimo scegliere agli studenti dell’hinterland milanese, facilmente potrebbe uscirne fuori lo stesso risultato, se non un bel “Cumpari”. Ce verimm’ Guaglio’!!!”
      Bravo. E tu ne sei felice?? Gioisci perchè una cultura identitaria europea è stata messa in ginocchio da politiche migratorie volutamente finalizzate allo svuotametno identitario delle popolazioni originarie a favore dell’invenzione di una identità italiana tanto campata per aria quanto antistorica? COMPLIMENTI ITALIANO!

      1. “…una cultura identitaria europea è stata messa in ginocchio da politiche migratorie volutamente finalizzate allo svuotametno identitario delle popolazioni originarie”..
        questa è davvero una chicca che mi copio,stampo e appendo in casa..il sud è stato depredato con l’unità di Italia,con 150 anni di politiche pro nord che lo hanno ucciso,il tutto per compiere lo svuotamento identitario delle popolazioni originari,cioè del nord!!!come avevo fatto a non pensarci prima..grazie per l’illuminazione

  3. Scusi Sig.Tanzi: ci vuole così tanto a riconoscere che Milano deve dare un nome Milanese o Lombardo alla Expo?. Ci vuole tanto a riconoscere che il Nord (compreso i meridionali che ci lavorano) dà a Roma somme enormi (al Veneto-Lombardia-Piemonte-Emilia/Romagna vengono sottratti annualmente 100 Miliardi che Roma gira in gran parte per il Sud che senza questi soldi fallirebbe?
    E invece no! Non un segno di riconoscenza ma solo razzismo antisettentrionale.

    1. Luigi Milano,a parte la querelle sul nome che mi lascia indefferente, le devo dare una brutta notizia…Babbo Natale non esiste..lo so che per chi crede alle favole(la più bella quella del nord che mantiene il sud) può essere un duro colpo..ma nel 2014 l’ignoranza è da combattere..studi,si faccia una cultura sull’argomento..che sennò si fa la figura del cafone arretrato

      1. Caro Luca, visto che lei è così avanti da non credere più a Babbo Natale, xche non rivendica la totale indipendenza del Sud, così che non sarà più costretto ad essere sfruttato dal Nord! Come dice? Si è svegliato tutto bagnato? Ahhhhh … Ma di che parliamo? Si studi i residui fiscali e passi oltre le guerre pubiche e la politica espansionista dei Savoia (non del Nord). Ma di che parliamo? Dai su…

        1. Parliamo di chi vuole continuare a credere alle favole purtroppo,ma capisco che è troppo facile credere a quello in cui si vuole credere….il famoso detto dice che a lavare la testa all’asino si spreca tempo e sapone..i residui fiscali li ho studiati molto bene in passato e sono la solita pagliacciata da camicia verde,ma capisco che addentrarsi nel vero significato dei numeri sia una cosa troppo difficile per le dotate menti padane…
          le dico anche che non risponderò oltre, il mio primo intervento è stato dettato da una profonda orticaria che mi assilla quando purtroppo per sbaglio capito su taluni deliranti lidi…ma subito me ne son pentito,sprecare energie è alquanto inutile.
          Per chi fosse interessato(di certo non lei)consiglio una lettura che non è certo completa,ma che qualcosina dice:
          http://unblognormale.tumblr.com/post/28502184598/residui-fiscali-e-residui-di-lucidita-mentale
          A lei invece che fomenta una mia battaglia indipendentista dico,come mai la lega da 20 al governo,oltre a rubare fondi destinati al sud e non solo,non ha mai portato avanti uno straccio di federalismo sano,o una battaglia reale per l’indipendentismo?(non parlo di avvinazzati meeting di piazza dove possono tirare fuori fucili,mazze e virili membri duri a profusione).
          Forse forse si sono accorti che a loro non conveniva?
          Mha…
          Ad maiora

          1. Guàrdi signor Luca, capisco che lei crede di saperla più lunga di tutti, considera chi non la pensa come lei asini, avvinazzati ecc…
            Detto questo, non voglio convincerla di nulla, non voglio sprecare tempo x farle capire che giustificarsi dicendo che “il sud è un mercato x le aziende del Nord”, è un insulto all’intelligenza di chi lo pensa, perché sa, migliaia di aziende del Nord esportano in mezzo mondo, senza però essere costretti a mantenere milioni di falsi invalidi, forestali, lavoratori socialmente utili e quant’altro, Cina, India, Russia, Arabia Saudita, Usa, acquistano i nostri prodotti senza chiedere questo tipo di “pizzo”. Comprendo, ma non giustifico, che evidentemente nella sua cultura il “pizzo” sia vissuto come una pre condizione per il mercato: non è così nel mondo normale.
            ma ripeto, questo non mi interessa, se pensa che il Sud sia danneggiato dal Nord, basterebbe applicare una totale indipendenza e ne guadagneremmo tutti, non le pare? Quale il problema che la frena? Cosa non capisce? Cosa non le piace?
            La Lega lo chiede da 20 anni, pochi se paragonati ad altre forze indipendentiste con storie secolari, ma non è al governo da 20 anni, ne tantomeno lo è stata per 20 anni, ma questo evidentemente presuppone un minimo di conoscenza politica, che forse lei non ha. Passo da wikipedia. Saluti