La Kyenge come il Circo Barnum, gira l’Italia parlando di “ius soli temperato”, ma la sua proposta regala la cittadinanza a tutti. A Desio ci aspettiamo un confronto con il Ministro.

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Qualche giorno fa il Ministro Cecile Kyenge ha fatto tappa al Teatro Giuditta Pasta di Saronno, ennesimo appuntamento nel fitto calendario di quella che sembra essere una vera e propria tournée italiana del Ministro all’integrazione. Come fosse una versione nostrana del Circo Barnum, la Kyenge ogni giorno scalda una platea diversa, talvolta riesce anche ad esibirsi in quella che gli artisti chiamano “doppietta”; ovvero due esibizioni nello stesso giorno.IMMIGRAZIONE:MINORI;CANTANO INNO MAMELI, MA NON SONO ITALIANI La sceneggiatura è sempre la stessa, ma ogni tappa riesce ad annoverare attori diversi; questa volta la seconda attrazione del circo era un pezzo grosso del giornalismo e dello spettacolo, Gad Lerner. Come dicevo lo spartito suonato è un po’ sempre lo stesso, una pennellata di buonismo spicciolo, una spruzzatina di vittimismo qua e là, e poi massicce dosi di demagogia, pezzo forte delle esibizioni. Non è mancato nemmeno questa volta, e ci mancherebbe essendoci di mezzo Gad Lerner, qualche attacco alla Lega Nord, condito dai soliti insulti; razzisti, intolleranti ecc… La solita solfa insomma, come siamo ormai abituati.

Si è poi parlato, naturalmente, di cittadinanza e di introduzione dello ius soli in Italia; qui viene il bello. La Kyenge parte con la solita tiritera, il disco che suona dal giorno in cui la sua proposta di introdurre lo ius soli scatenò roventi polemiche, sfociate anche negli strali del politologo Sartori.

 

“Io non voglio lo Ius Soli secco, quello che invece viene proposto dai disegni di legge proposti in Parlamento è un Ius Soli temperato.”

 

A parte che non stiamo parlando del Martini da bere secco con l’oliva verde, la cosa più grave è che probabilmente la Kyenge la proposta di legge che ha firmato non l’ha nemmeno letta, perché più che uno ius soli temperato, le modifiche proposte appaiono come la volontà di regalare la cittadinanza a tutti, a prescindere da dove siano nati.

Perché il Ministro Kyenge una proposta l’ha firmata, anche se ha dichiarato che

 

“nessuna proposta presentata porta la sua firma perché al ministero dell’Integrazione spetta il compito di coordinare e sensibilizzare alla materia, più che muoversi in prima persona”.

 

Leggendo infatti la proposta di legge nr. 463, depositata alla Camera dei Deputati, primo firmatario Bersani e firmata dalla stessa Kyenge, scopriamo ben altro che una temperata di ius soli.

Viene chiamato ius soli temperato perché l’immediata acquisizione della cittadinanza avviene solo ad alcune condizioni, peraltro blande; ovvero che almeno uno dei genitori sia nato in Italia oppure che anche solo uno dei due vi risieda da appena 5 anni. Più che una temperata appare come una leggera spuntatina, e soprattutto genererà una situazione anomala in moltissime famiglie, ovvero un figlio minore cittadino italiano con genitori stranieri e potenzialmente clandestini. È evidente che ciò genererà una sanatoria di massa, essendo impossibile espellere i genitori di un minore cittadino italiano.

Ma non è finita qui, perché evidentemente ci si rende conto che la condizione di essere nato in Italia è una condizione stupida, capestro, e discriminatoria nei confronti di tanti giovani stranieri arrivati in tenerissima età e quindi che si trovano nelle medesime condizioni di chi invece è nato sul territorio. E infatti la proposta va oltre e supera il concetto di ius soli, che appare evidente come sia preso solo come un grimaldello per far saltare la nostra legge sulla cittadinanza.

Nella proposta di legge la cittadinanza viene concessa anche a tutti i minori stranieri arrivati sul territorio italiano fino all’età di 10 anni, sarà sufficiente completare un solo corso di istruzione, anche solo i 3 anni delle medie o addirittura un semplice corso professionale. Ed ecco qui che la cittadinanza a questo punto perde ogni valore, svenduta, umiliata, fatta carta straccia, barattata in nome di una non meglio specificata voglia di accogliere tutti indiscriminatamente. E l’ulteriore riprova di questa umiliazione la troviamo nell’aver pensato di introdurre un articolo con cui il ragazzo, compiuta la maggiore età, ha a disposizione addirittura 2 anni per abiurare e rinnegare, rifiutare la cittadinanza così facilmente concessa. Non si fa menzione, invece, della richiesta di rinuncia di altre cittadinanze, (come invece avviene in Germania per esempio, dove non è possibile mantenere la doppia cittadinanza); ecco allora che la cittadinanza diventa solo un lascia passare, l’agevolazione burocratica per acquisire i diritti, ma niente a che vedere con un percorso di integrazione, di comprensione e condivisione della nostra cultura, delle nostre leggi, dei nostri usi e costumi. Solo un pezzo di carta, buono per guadagnare tanti voti che suggelleranno e daranno un senso a questo lungo peregrinare del Circo Kyenge per l’Italia. Piuttosto che lo ius soli, sarebbe meglio che qualcuno venisse messo a temperare matite, e non fare danni.

Prossimo appuntamento del Ministro Kyenge? Il Sindaco di Desio Corti ha recentemente invitato il Ministro nel suo Comune in occasione della prossima consegna delle cittadinanze onorarie ai figli di stranieri nati in Italia; ecco, sarebbe una buona occasione per dar vita ad un dibattito serio sul tema della cittadinanza, magari evitando di suonarsela e cantarsela sempre da soli, senza contraddittorio. Io lancio la sfida, sono pronto a confrontarmi davanti a qualsiasi platea, sicuro che usciranno con evidenza tutti i limiti di una proposta insensata e pericolosa, un errore fatale che non deve essere compiuto? Si avrà il coraggio di affrontare un dibattito? O ci si limiterà al solito one man show a base di vittimismo, insulti alla Lega e demagogia spicciola? Vedremo.