Anche in Brianza il PD propone un listone unico per la futura Provincia. Per me è un “no grazie”

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Onestamente dopo aver letto lo squallore del decreto Delrio, un concentrato di scemenze, pressapochismo e analfabetismo legislativo, credevamo di averle viste e sentite tutte. Invece no, c’è dell’altro e c’è di peggio, perché evidentemente è proprio vero che a quest’ultimo non c’è proprio limite.
Salta fuori che alcuni illuminati esponenti del Partito Democratico, capitanati nientemeno che dal segretario regionale Alessandro Alfieri, abbiano ipotizzato che alle prossime elezioni provinciali (quelle in cui sempre i sopracitati illuminati del PD hanno deciso che i cittadini non votino ma votino solo i consiglieri comunali) ci si presenti tutti dentro un bel listone unico, elezioni senza possibilità di scelta, giusto per essere fedeli alla cara e vecchia tradizione sovietica. Il sogno è quello di mettere tutti insieme, PD, FI, NCD, Lega, Fdi e civiche varie, a formare una grande ammucchiata, l’apoteosi finale delle larghe intese, il trionfo del consociativismo, una logica democristiana elevata all’ennesima potenza.
[tweetability]La proposta indecente, lungi dal far scandalizzare i più, ha fatto addirittura proseliti nel PD[/tweetability]; segnalo infatti che sono già in azione gli sherpa PD di Brianza, per tentare di far sedere tutti allo stesso tavolo.
La motivazione ufficiale che i piddini portano a sostegno di questa scelta evoca addirittura la tradizione dei padri costituenti (che poi sarebbe un po’ come bestemmiare in chiesa); Alfieri e i suoi sostengono infatti che essendo questa una fase costituente delle nuove province (ma come? mica volete abolirle nel giro di due anni?) sarebbe sbagliato dividersi in maggioranza e opposizione, al contrario sarebbe auspicabile condividere questo passaggio di transizione, salendo tutti sulla stessa barca, che poi in realtà è ridotta ad una zattera.
Peccato che la verità sia un’altra, e ben più squallida. [tweetability]Gli uomini del PD si sono accorti che il nuovo ente provinciale, quello partorito da Delrio, sarà di fatto ingovernabile[/tweetability]. Sanno bene che non potrà mai funzionare una provincia consegnata all’autogoverno dei sindaci, che la controllano attraverso la loro assemblea, e gestita da un organo esecutivo formato da sindaci o consiglieri costretti ad andare in provincia a tempo perso, presidente compreso. Senza contare che conoscono bene quanti e quali tagli le province hanno subito in questi ultimi cinque anni, e che ne hanno limitato ogni possibilità di incidere; la differenza è che fino ad oggi di questa situazione ne godevano e ne traevano vantaggio, stando beati e allegri all’opposizione. Adesso che si sono costruiti una legge che, automaticamente e senza passare attraverso libere e democratiche elezioni, consegnerà in mano loro la Provincia, avvertono all’improvviso questa impellente esigenza di condividere con gli altri il disastro che loro stessi hanno creato. Patetici.
È curioso, giusto per fare un esempio, come il consigliere regionale Enrico Brambilla solo qualche giorno fa alla festa PD di Vimercate ha avuto modo di dichiarare:

“Con la caduta dell’attuale provincia, ci sbarazzeremo finalmente anche dell’amministrazione di Dario Allevi, la peggiore che il nostro territorio abbia mai visto, non riuscendo a fare nulla di concreto in questi cinque anni di governo.”

E poi, in questi giorni, è proprio lui uno dei più attivi nel voler coinvolgere l’attuale maggioranza di centro destra nel famoso listone unico, quello che dovrà governare la provincia del futuro. Ma com’è che ti vuoi imbarcare chi consideri il peggio del peggio? Un po’ sospetto come atteggiamento, sarà mica che vuoi evitare di prenderti qualche responsabilità? Sarà mica che sei conscio dei problemi che ha avuto chi ha governato in questi anni e che hai bollato come il peggio?
Ecco allora che la verità è molto più squallida di come uno se la potrebbe immaginare. Questi del PD hanno fatto di tutto per prendersi tutte le province, escogitando un sistema che garantisse loro il controllo assoluto di tutte le province italiane (tranne forse rare eccezioni), ma sapendo bene che loro stessi, al governo, hanno creato un sistema che determinerà enormi e diffusi disservizi, vogliono tentare di distribuire le responsabilità un po’ addosso a tutti, nella cara e vecchia logica del “tutti colpevoli, nessun colpevole”.
E questo atteggiamento subdolo è già evidente in questi mesi di vigilia elettorale. In un recente incontro con il sottosegretario regionale Nava, che ha la delega per l’attuazione del Delrio, il candidato in pectore del PD alla guida della nuova Provincia, ovvero quel Gigi Ponti che gli elettori quando ancora potevano votare (bei tempi sic!) hanno sonoramente bocciato nelle urne, ha avuto addirittura la faccia tosta di chiedere alla Regione Lombardia, anch’essa falcidiata dai tagli governativi, di farsi carico delle risorse che il governo ha tagliato alle province! Avete capito? Governano a Roma, governeranno le province, governano i comuni, ma i soldi vanno a chiederli non a chi è responsabile dei tagli (il governo del loro capo assoluto Renzi), ma all’unico livello in cui per ora ancora non governano, ovvero Regione Lombardia. Patetici bis.
Ecco allora spiegato perché la mia personale risposta a questa proposta indecente del Partito Democratico è un semplice ma netto: no grazie. No grazie, [tweetability]non sono fatto per le soluzioni democristiane, non sono disposto a metterci la faccia per coprire i vostri errori e le vostre responsabilità[/tweetability]. Avete voluto la bicicletta? Pedalate e state ben attenti a farlo bene, perché il nostro ruolo sarà quello dell’opposizione, dentro o fuori il futuro consiglio conta relativamente. Saremo i cani da guardia di una democrazia che tanto avete disprezzato, e tanto avete brigato per cancellare, saremo pronti a denunciare ogni vostra inefficienza, perché i cittadini abbiano coscienza di chi ha posto le basi per il caos e per il disastro, senza nascondersi dietro nessun paravento, senza nessuna grande ammucchiata. Vi chiedo un po’ di maturità, un po’ di dignità, un po’ di serietà: non siate infantili e governate, prendetevi le responsabilità delle vostre scelte.