Gli agriturismo devono fare gli agriturismo. E gridano al fascismo…

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In Regione Lombardia abbiamo deciso che negli agriturismo si vendano prodotti del contadino. Domani potremmo decidere che i benzinai vendano benzina e i panettieri pane. Evidenti prove di dittatura!

Agriturismo

«Agriturismo sovranista». Questo è il titolo, abbastanza comico, sparato a piena pagina sulla prima del dorso milanese di Repubblica. Perché, se ci pensate bene, l’agriturismo dev’essere «sovranista» per forza, altrimenti non sarebbe tale. Il turista sceglie di alloggiare in agriturismo perché vuole soggiornare in una fattoria, altrimenti sceglierebbe di pernottare in albergo. Oppure decide di pranzare o cenare in un agriturismo perché vuole gustare i prodotti dell’azienda agricola, altrimenti andrebbe al ristorante. Delle ovvietà. Ma sappiamo che, almeno per alcuni, le cose ovvie e di buon senso, se le decide la Lega, si trasformano in polemica. Chissà, domani grideranno allo scandalo perché gli orafi vendono l’oro, i benzinai la benzina e i macellai la carne. Chiari segnali di principio di dittatura fascista.

Però, prima di chiamare a raccolta i soliti quattro sfigati per mandarli a cantare «bella ciao» tra i pollai, sarebbe utile leggere, capire e riflettere sul senso della norma regionale approvata ieri.

In Consiglio Regionale, finalmente, abbiamo approvato un testo che andrà a valorizzare le migliaia di imprenditori agricoli che da anni lavorano ad una vera attività agrituristica. Abbiamo per esempio innalzato la quota obbligatoria di prodotti di produzione propria da mettere in tavola. Così come sarà obbligatorio servire l’80% di prodotti di produzione lombarda, per costringere ad un menù che risponda alla logica dell’agriturismo.

Per questo è stato anche posto un divieto assoluto di somministrare pesce di mare. Semplicemente, ma giuro che non è colpa della Lega, perché il mare in Lombardia non c’è. Non è voglia di autarchia, piuttosto l’esigenza di rendere evidente e non sovrapponibile l’attività di agriturismo (che gode anche di aiuti e vantaggi fiscali) con quella di ristorazione. Vuoi servire del pesce fresco di mare?

Vuoi fare il sushi? Benissimo. Aprirai un ristorante, non un agriturismo. Cosa c’è di tanto difficile e strano da capire?

Cosa c’è di tanto scandaloso nel voler valorizzare, da lombardi, i prodotti lombardi in questa speciale categoria di esercizi commerciali che godono di aiuti? Nulla. Anzi, è giusto e utile farlo.

Proprio leggendo Repubblica di oggi, con l’intervista al grande chef stellato della Brianza, abbiamo avuto la riprova di quanto ci sia bisogno di far conoscere i nostri prodotti, anche a chi lo fa di mestiere. Infatti Theo Penati, grande chef del Ristorante Peirino Penatidi Viganò Brianza, si è rammaricato del fatto che si corra il rischio di mangiare solo zucche e patate e che si obblighi ad una dieta senza prosciutto crudo.

E si può obbligare il consumatore a una dieta da cui si esclude il pesce di mare ma anche il prosciutto crudo?

Peccato che a pochi chilometri dal suo blasonato ristorante, esattamente 8,9km e 13 minuti di automobile, ha sede un’eccellenza alimentare lombarda e brianzola: si tratta del Prosciuttificio Marco d’Oggiono. Il suo prelibato crudo è stato riconosciuto nel 1999 come Prodotto Tradizionale Lombardo. Fa un prosciutto strepitoso, consiglio umilmente allo chef di provare a metterlo nel menù. Costa un po’ di più, ma non credo sia un problema per uno stellato Michelin. E non lo dice solo il mio palato, benintesi. Nel 2014 gli è stato assegnato il premio R-innovatori della terra propria da Regione Lombardia, nell’ambito di Expo 2015. Il suo prosciutto è squisito, e anche la mortadella di fegato è deliziosa. La consiglio a tutti i detrattori della Lega, quelli che in questi giorni post voto si stanno mangiando il fegato. Fatelo, ma almeno con prodotti di qualità, naturalmente lombardi.

Una risposta a “Gli agriturismo devono fare gli agriturismo. E gridano al fascismo…”

  1. Avatar Sergio Andreani

    Polemiche imbecilli. Io ero convinto che già esistesse una legge che obbliga all’80% di prodotti lombardi. Avete fatto bene. I mentecatti di Repubblica non si stupiscano se il loro giornale è sempre meno letto.