Ci risiamo, profughi (di nascosto) a Lazzate

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Ignorando appelli e diffide, la Prefettura ci riprova e riapre il centro profughi di Lazzate. Secondo la D&G sarebbero arrivati 4 naufraghi sbarcati solo due giorni fa a Salerno.

Come previsto, ci risiamo. L’imponente macchina della pseudo accoglienza, quella che costa oltre 5 miliardi di euro ogni anno ai contribuenti, non si può fermare. E non importa se, come ormai acclarato, tutto questo agisca come formidabile attrattore per spregiudicati scafisti senza scrupoli, quelli che organizzano i viaggi della morte che insanguinano da anni il Mediterraneo. Attenzione, per dirla alla De André, «anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti».

E allora non importano i morti, bisogna continuare. Non importa nemmeno, tornando al caso di Lazzate, che il Comune a più riprese abbia diffidato proprietà e Prefettura a continuare in una attività che non risulterebbe conforme alle norme urbanistiche e ai regolamenti edilizi. E senza che nessuno, seppur sollecitato, abbia mai prodotto mezzo foglio o mezza giustificazione che comprovi il contrario. Non importa nulla, si va avanti calpestando tutto e tutti. Questa è l’Italia.

Stamani abbiamo ricevuto una comunicazione stralunata, a tratti farsesca, che però in questo contesto italico è da prendere tristemente sul serio.

L’Associazione D&G Research, in una mail in cui non viene nemmeno indicato il destinatario (tralasciando l’assenza dei saluti formali, perché ormai le buone maniere non vanno più di moda), in cui non esiste nemmeno una firma apposta in calce, se non riportata la ragione sociale e l’indirizzo, ci fa sapere di aver inserito 4 stranieri nell’appartamento di loro proprietà, quello contestato di via Volta 14 a Lazzate.

NAUFRAGHI DI SALERNO A LAZZATE?

Si tratterebbe, secondo quanto dichiarato, di un uomo e una donna, con al seguito due figli minori, di 12 e 36 mesi. Nazionalità e generalità sconosciute. L’Associazione però, ci tiene a scrivere, con pelosa enfasi, che si tratterebbero di naufraghi di una non meglio specificata «nave degli orrori», facendo riferimento all’episodio di cronaca del naufragio di Salerno, dove hanno perso la vita 25 donne.

La presente per comunicare che nella giornata di ieri […] hanno fatto il loro ingresso nell’immobile di Lazzate in via Volta 14 , una famiglia di richiedenti asilo politico provenienti da Salerno sbarcati dalla soprannominata «nave degli orrori», nella quale sono state rinvenute 26 donne morte, approdato lo scorso week-end in Italia

La nave Cantabria, dove sono stati raccolti i cadaveri dei naufraghi, è attraccata in porto a Salerno il giorno 5 novembre 2017. Se fosse vera la versione raccontata dalla D&G Research, significa che direttamente il giorno successivo allo sbarco a Salerno, ovvero il 5 novembre 2017, quattro di questi immigrati venivano inseriti nel centro profughi allestito nel cuore del Borgo di Lazzate. Senza avvisare il Sindaco, l’Amministrazione Comunale e nessun’altra autorità locale. Mi domando: com’è stato possibile che queste persone siano state trasferite solo poche ore dopo lo sbarco? Tenendo conto che si tratta di soggetti che hanno subito una tragedia immane, vissuto per giorni in condizione ambientali estreme, addirittura costrette a convivere tristemente gli spazi con alcuni cadaveri. Vi sembra normale che a queste vittime, perché di questo si tratta, non siano stati forniti i dovuti supporti sanitari e psicologici? Sarebbe disumano. Quale sciagurato ha potuto pensare di abbandonarli a se stessi dopo poche ore? Se fosse vero, perché stento ancora a crederlo, sarebbe dal mio punti di vista gravissimo. Ed esporrebbe tutti a gravi rischi, in primo luogo le vittime. Senza contare che qui si tratterà probabilmente di omicidio, forse anche di strage. Il PM Luca Masini aprirà probabilmente una indagine, e saranno già stati interrogatori come testimoni? Dentro quella nave, insieme alle vittime, potrebbero essere sbarcati anche gli stesso carnefici.

Se non fosse vero, cioè se si trattasse di altri immigrati che nulla c’entrano con la strage di Salerno, sarebbe ancora più grave. Si tratterebbe di un bieco tentativo di chiamare in causa la commozione generale scaturita dalle vittime, per giustificare le proprie attività. Non voglio nemmeno immaginarlo. Speriamo sia l’ipotesi uno, comunque grave.

E che vi sia il rischio che le vittime siano stato inserite in un contesto non adatto, quindi potenzialmente a rischio, non lo dico solo io, ma lo ammette candidamente la stessa D&G Research nella sua lettera, chiedendo che il comune si adoperi, non si sa bene come e dove, per garantire la sicurezza.

Vogliate pertanto comprendere quanto sia delicata la situazione per questi particolari ospiti e prenderne atto, al fine di predisporre tutte quelle misure (esterne all’abitazione privata), tutelanti i minori e le persone vulnerabili, legate alla sicurezza e all’ordine pubblico nel rispetto del valore del genere umano.

Il Comune ha già più volte diffidato e fatto presente che quei luoghi non sono adatti, non si capisce dunque il motivo per cui si ignorino tali diffide, nonostante si confermi l’esistenza dei rischi e delle incompatibilità sollevate dal Comune. Perché dunque l’Associazione, che scrive nero su bianco di riconoscerle, non ha preso le debite azioni conseguenti e quindi evitato di insediare l’attività? Probabilmente, e veniamo alla stortura di come viene gestito tutto questo sistema, il fatto di permettere che gli enti gestori acquistino direttamente le proprietà (acquisti che sono indirettamente finanziati dalle risorse pubbliche erogate dalle Prefetture) rende rigida l’individuazione delle strutture, facendo scivolare in secondo piano le valutazioni sull’idoneità ambientale del contesto dove vengono ospitati. Dove acquistano l’appartamento, diventa una scelta obbligata metterci i profughi.

Tralascio la chiusura della lettera, dove si sbrodolano termini usati a vanvera, come «morale civica personale», dove si città la società lombarda e brianzola, e bla bla bla

Ricordo solo che il rispetto delle istituzioni, delle leggi e delle norme che regolano la civile convivenza, sta alla base di ogni rapporto. Chi le viola, o non ne tiene conto, o peggio le calpesta, in generale non può ritenersi mai dalla parte della ragione. Non importa le presunte finalità (davvero presunte rispetto a questo fenomeno controverso dei richiedenti asilo) benevoli e caritatevoli. Volendo fare un discorso generale e filosofico, solo nelle favole, o nella foresta di Sherwood, un ladro diventa eroe perché promette di destinare il bottino ai poveri. Nel mondo reale, dove tutti siamo chiamati a vivere e confrontarci, un ladro rimane un ladro, a prescindere dalle patetiche e pietose giustificazioni che accampa.