Autonomia, il nodo Lezzi nel pettine

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Il Ministro Lezzi ribalta la verità, sostenendo che lo Stato spenda più per il nord. E’ vero drammaticamente il contrario. Come è vero che le diversità sono figlie del centralismo

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Autonomia – Ecco, ci siamo. Dopo mesi di «spazzolate» alla fulgida chioma dell’autonomia, il nodo si è finalmente incastrato nei denti del pettine. Dico finalmente, non certo perché ci sia da gioirne, piuttosto perché tutti eravamo in attesa del nodo, quello da superare, quello che eravamo sicuri di trovare prima del traguardo. Era inevitabile, ed è un bene, in questo senso, che sia arrivato. Ora andrà sciolto.

E il nodo è sempre quello: la vecchia liturgia di una classe politica meridionale antica e superata, che stiamo scoprendo che nemmeno più rappresenta gli elettori e cittadini che sostiene di «difendere». Loro sono più moderni e accettano la sfida dell’autonomia. Stupisce, fino ad una certo punto, che a puzzare di vecchio siano pure gli esponenti di un movimento politico che ha fatto della novità il suo stesso motivo di esistenza: il Movimento 5 Stelle.

Ore 13.24, agenzia DIRE con dichiarazioni del Ministro per il Sud Barbara Lezzi:

«Il nodo- spiega- e’ stato anche sull’istruzione, ma per quanto ci riguarda nessun bambino sceglie di nascere in Calabria, in Molise, nel Lazio o in Veneto e deve avere gli stessi diritti a essere istruito e formato, su questo non torniamo indietro».

Ciò che dice è sacrosanto, seppur condito dalla solita dose di vittimismo tipico della Prima Repubblica. Ciò che non dice, purtroppo, è che sta fotografando la situazione attuale, ovvero quella determinata dal centralismo dello Stato nella gestione del sistema scuola. E’ risaputo, e i risultati dei test Invalsi, proprio in queste ore, ne danno ulteriore conferma: oggi un bambino nato al sud è costretto, direi condannato, a una scuola mediocre e peggiore dei coetanei del nord.

E proprio per quei bambini che il Ministro Lezzi dovrebbe preoccuparsi di superare l’attuale sistema basato sul centralismo. Invece no, si accoda alla solita pretesa di voler frenare le scuole del nord per renderle meno diverse, in peggio, da quelle del sud. Insomma, pensa di risolvere le disuguaglianze che patiscono i bambini del sud, rubando la merenda dei coetanei del nord.

La Lezzi, purtroppo, aggiunge anche altro.

Ore 13.33, agenzia ANSA, sempre dichiarazioni del Ministro per il Sud Barbara Lezzi:

«Durante il primo incontro avevamo tutti concordato per delle forme di perequazione e su questo non si può tornare indietro: le Regioni del Mezzogiorno, e’ innegabile, sono state pessimamente rappresentate ma hanno trasferimenti nettamente inferiori ad altre, e’ una verita’ innegabile questa». Cosi’ il ministro dell’AutonomiaBarbara Lezzi, stamane parlando con i cronisti.»

La verità è sempre un termine da maneggiare con cura, in questo caso alla Lezzi crediamo sia scappata un pelo la frizione. Perché i dati ufficiali, che in questo campo sono gli unici elementi che molto si avvicinano al concetto di verità, dicono esattamente il contrario. E lo dicono in maniera impietosa.

Ecco quanto trovate con una semplice ricerca nel sito del MEF (Ministero Economia Finanze), esemplificato in una tabella che non lascia scampo alle speranze della Lezzi.

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Lo Stato Italiano spende per ogni cittadino lombardo 2.733€ ogni anno. Per il Veneto 2.946€, contro una media nazionale di 3.854€. Tutte le regioni del sud, manco a dirlo, sono sopra alla media o di poco sotto. Se poi rapportiamo la spesa pubblica con il prodotto interno lordo generato da ogni regione, che dà la misura di quanta ricchezza che viene generata con il sudore della fronte dei cittadini rimane poi sui loro territori, la classifica è drammatica. Lombardia in fondo con appena il 7,15%, e il sud tutto abbondantemente in doppia cifra.

AUTONOMIA E STRANE IDEE

A questo punto, tocca concludere spendendo due parole sul concetto di perequazione, così come vuole essere inserito dalla Lezzi nell’intesa.

Seguitemi. La Lombardia chiede di gestire 20 materie in autonomia, che ora sono competenza statale. Per farlo, di grazia, chiediamo che lo Stato ci riconosca la quota di spesa pubblica che spende nella nostra regione per gestire quelle materie. Niente di più, niente di meno. Parliamo di un livello di spesa pubblica, come abbiamo visto dalle tabelle sopra, già drammaticamente basso.

Ora, il Ministro Lezzi pretenderebbe UDITE UDITE, che nel caso noi riuscissimo ad essere più efficienti dello Stato, ovvero risparmiare qualche euro gestendo autonomamente queste funzioni, quel «tesoretto» dovrebbe essere trasferito al sud. Avete capito? La Lezzi vuole concedere autonomia alla Lombardia solo per alimentare ancora di più la spesa, già esagerata e inefficiente, delle regioni del sud.

E quindi, in fin dei conti, che autonomia sarebbe Ministro Lezzi? Forse è un colpo di caldo, sarà il caso di accendere i condizionatori nel suo ufficio. Così aumenta il PIL!