Alitalia deve fallire. Subito

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In Italia sono fallite 100.000 imprese, mentre si sono buttati 7,4mld per salvare l’unica che doveva fallire

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Negli ultimi sette anni (2009/2016) sono fallite in Italia 100.000 imprese. Centomila. Una situazione drammatica e unica nel panorama europeo, giusto per ricordare che il problema, forse, è più l’Italia che non l’Europa. Dal 2009, infatti, la crescita dei fallimenti registrati nella penisola è stata pari a + 55,42%. Sbalorditivo. Tutti i maggiori paesi OCSE hanno fatto meglio, rimanendo in campo negativo, con l’eccezione della sola Francia, che però registra un più modesto + 13,81% di crescita dei fallimenti.

Centomila imprese che chiudono i battenti significano milioni di posti di lavoro andati in fumo, miliardi di PIL perso, un numero sterminato di storie, esperienze, successi, traguardi raggiunti, gioie andati in fumo. Un patrimonio enorme, difficilmente ricostruibile, certo non in breve tempo. E di tutto questo disastro, ammettiamolo, la politica non se ne è mai davvero preoccupata. Al di là di sterili e improduttivi tavoli, riunioni, polemiche, dibattiti, il Governo e i palazzi romani sembravano attirati da altro. Muore un impresa, penseranno, ne nascerà un’altra da spremere.

C’è solo un’azienda, beata tra le tante, che da sempre gode di affetto, attenzioni e trattamenti speciali che non trovano giustificazioni razionali. E’ l’Alitalia, quella che sciaguratamente qualcuno ha etichettato come «orgoglio italiano». L’Alitalia non può fallire. Mai.

Il primo sciagurato salvataggio si consumò proprio nel 2008, all’alba della strage delle centomila aziende. Responsabilità di Berlusconi e Passera. Noi contribuenti, quindi anche le centomila aziende sacrificate sull’altare della crisi, abbiamo pagato 7,4 miliardi di euro per tenere in vita Alitalia. Proprio l’unica Azienda che avrebbe dovuto fallire per prima. Alitalia non ha mai prodotto nulla di buono per gli italiani, semmai ha elargito negli anni privilegi e prebende vergognose ai propri lavoratori, ha coccolato eserciti di politici, dalla prima alla seconda repubblica, rappresentando in questo davvero l’italianità. La peggiore.

Qualche cretino, scuserete il termine troppo leggero, ci racconta ancora che Alitalia servirebbe per rilanciare il turismo in Italia! Quando invece negli anni è successo semmai il contrario. Alitalia non ha mai incrementato il turismo laddove serviva, mentre Rayanair, Easyjet e l’esercito delle low cost, hanno portato milioni di turisti in città che parevano dimenticate. Lo hanno fatto chiedendo meno soldi e guadagnandoci più di Alitalia, che anzi nel frattempo accumulava solo perdite.

Ed oggi, dopo aver speso 7,4 miliardi di euro, dopo che nulla è cambiato dal 2008, se non in peggio, ancora si va avanti con le pantomime dei commissariamenti e dei possibili salvataggi. Addirittura qualcuno parla di nazionalizzazione, come i 5 Stelle, dimostrando che per loro servirebbe un unico vaccino, quello contro la stupidità.

Alitalia deve fallire, il prima possibile, i contribuenti pretendono il suo scalpo, finalmente. Non ci serve una compagnia aerea di bandiera, tantomeno una compagnia che macina solo perdite e che ha dimostrato di non avere nessuna possibilità di stare sul mercato. Chiudere bottega e abbassare la serranda. E che poi nessuno, per carità, si azzardi a ricoprire d’oro i suoi dipendenti, come successo nel passato. Non sono diversi dai dipendenti di quelle 100.000 imprese fallite, talvolta lasciati in mezzo a una strada senza nessun paracadute. Guai a voi.